Coronavirus, i ragazzi non possono tornare a casa: meglio in Convitto

Coronavirus, i ragazzi non possono tornare a casa: meglio in Convitto

Redazione

Coronavirus, i ragazzi non possono tornare a casa: meglio in Convitto

Personale ridotto al minimo, ma assistenza garantita ai ragazzi
Dom, 15/03/2020 - 18:02

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L’emergenza Coronavirus ha bloccato 7 ragazzi (di cui 5 minirenni) ospiti presso il Convitto Nazionale di Assisi. Si tratta di ragazzi provenienti dall’America Latina e dal Sud Corea, impossibilitati a raggiungere le proprie famiglie per la cancellazione dei voli verso i loro paesi di provenienza.

La direzione del Convitto ha prodotto tutti gli sforzi necessari per far rientrare i ragazzi presso le loro famiglie, coinvolgendo il Ministero dell’istruzione, l’Ambasciata della Colombia e della Corea del Sud e, ovviamente, i genitori degli stessi ragazzi. A partire dall’uscita del DPCM del 4 marzo è stato informato l’Ufficio scolastico regionale e il sindaco Stefania Proietti, con la quale c’p un coordinamento giornaliero.

E’ stato contattato il vice ministro degli Esteri, Marina Sereni, la quale conferma la difficoltà ad intervenire in una situazione internazionale veramente complicata come quella di questo periodo.

La scelta: meglio in Convitto

Allo stato attuale, quindi, sentito anche il parere delle rappresentanze sindacali e informato il Consiglio di amministrazione dell’istituto – scrivono dal Convitto – riteniamo che la collocazione più sicura per i ragazzi sia presso il Convitto Nazionale. Di questo sono convinte anche le famiglie con cui intratteniamo una corrispondenza quotidiana per rassicurarle e fornire eventuali aggiornamenti. Per garantire la sicurezza dei ragazzi e del personale, di concerto con il responsabile del servizio di prevenzione e Protezione, sono state prese tutte le misure idonee a contrastare la trasmissione del Coronavirus, è stato aggiornato il Documento di Valutazione del Rischio Biologico e, nella giornata di domani, analizzeremo il protocollo del 14/03/2020 per individuare eventuali ulteriori accorgimenti da adottare. Attualmente il contingente del personale ATA è stato ridotto al minimo, per garantire i servizi essenziali di cura e assistenza dei convittori, mentre il personale educativo svolge una turnazione che consente la presenza di un solo educatore h24. Ogni lavoratore – conclude la nota del Convitto Nazionale – è cosciente della responsabilità che ha nell’adottare comportamenti corretti sia in servizio che al di fuori del convitto; ognuno di loro sa che rappresenta un tassello importante per tenere in piedi un servizio essenziale che garantisca la salute e l’integrità dei ragazzi che abbiamo in custodia, nella consapevolezza che essi sono un bene prezioso per tutti“.

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