Nell’Italia che vede avanzare la terza ondata del Covid, cala ancora la curva dei contagi in Umbria, regione che da gennaio ha vissuto prima di altre regioni la virulenza e la contagiosità delle varianti. Ma la curva, avvertono gli esperti del Nucleo epidemiologico, nell’ultima settimana sta scendendo in maniera più lenta di quanto avvenuto in quella precedente. Con situazioni che ancora preoccupano, come il Folignate e l’Alto Tevere.
In base al bollettino della protezione civile regionale (aggiornato alle ore 12.44 di oggi, giovedì 4 marzo) i nuovi contagi in Umbria sono 267, con gli attualmente positivi che scendono a 7737. Di questi, 518 (4 in più) sono ricoverati, di cui 82 in terapia intensiva. I guariti nell’ultimo giorno sono 460.
Nell’ultimo giorno ci sono state 8 vittime. Si tratta di persone residenti ad Avigliano Umbro, Foligno, Marsciano, tre a Perugia, Spello, Gualdo Cattaneo.
L’indice Rt regionale è stimato a 0,88: inferiore dunque a quello medio italiano, sopra l’1. Ed un’incidenza regionale che è di 183 casi per 100 mila abitanti. Media che è ancora frutto di due velocità molto diverse: nella provincia di Terni l’incidenza è ancora inferiore a 75 casi, mentre nella provincia di Perugia è a quota 186.
Con la chiusura di gran parte delle scuole l’andamento dei contagi per fasce di età non presenta più particolari differenze, anche se negli ultimi giorni si assiste ad un leggero aumento dei casi tra i bambini molto piccoli, sotto i 2 anni.
Diminuiscono anche i ricoveri ed i decessi, anche se ancora molto alti. Tuttavia gli esperti avvertono: l’indice di letalità del Covid, standardizzato rispetto all’età della popolazione (che in Umbria è tra le più alte d’Italia) è al 2,3%, più basso della media nazionale che è al 3,38%.
Se la variante brasiliana (presente nel Perugino) risulta probabilmente più letale, quella inglese si conferma più contagiosa. Al punto che, secondo i risultati dell’ultimo sequenziamento, anche in Umbria è ormai prevalente. Ha infatti colpito il 51% di coloro che si sono infettati negli ultimi giorni, contro il 36% di quella brasiliana.
La lentezza con cui sta calando la curva dei contagi e la prevalenza della variante inglese, che colpisce maggiormente i giovani che, da asintomatici, diventano veicolo del virus nelle famiglie, induce gli esperti alla cautela nella riapertura delle scuole. Oggi (giovedì) si riunirà il Comitato tecnico scientifico, che formalizzerà il proprio parere in vista dell’ordinanza che la governatrice Tesei emetterà venerdì.
“I provvedimenti presi ci stanno dando ragione” commenta l’assessore Luca Coletto. Che invita però a “non mollare“, perché appunto i contagi scendono ancora lentamente.
E sulla vaccinazione Coletto ribatte: il loro numero è cresciuto da quando abbiamo una stabilità che ci consente di programmare, ma mancano ancora i vaccini.