“Prudenza e obbedienza” contro “la pandemia“. Questa la “grazia” che Papa Francesco ha chiesto durante la messa a Santa Marta. Una preghiera dal tono diverso da quella con la quale il cardinale di Perugia Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, domenica, a poche ore dall’annuncio che il premier Conte ha poi fatto sul nuovo Dpcm, Bassetti aveva pregato il Signore di poter tornare presto a celebrare l’Eucarestia.
Una preghiera, quest’ultima, che il Governo non aveva accolto. “Gli esperti su questo sono stati molto rigidi” si era giustificato il premier Conte. Nel comunicare che le funzioni religiose continueranno ad essere celebrate senza i fedeli. Con la sola “concessione” dei funerali, ai quali comunque non potranno partecipare più di 15 congiunti.
Una decisione che la Cei aveva giudicato “inaccettabile“. Con un comunicato che è ancora la prima notizia sul sito dei vescovi italiani. Ed al quale hanno fatto seguito le dure posizioni di vari vescovi italiani ed anche dei Giuristi cattolici perugini.
Il Papa, con la sua omelia, ha di fatto accettato la scelta del Governo: “In questo tempo nel quale si incominciano ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni“.
Parole che hanno indotto i vescovi italiani a fare dietrofront. Così Ivan Maffeis, portavoce della Cei, all’Adnkronos: “La Chiesa italiana non ha alcuna volontà di strappare col governo, né di fare fughe in avanti. L’intenzione è quella di andare avanti col dialogo costruttivo“.
Ma anche il premier Conte ha fatto un passo avanti verso i vescovi. Annunciando che il Governo e la Cei stanno lavorando ad un protocollo per consentire la partecipazione in sicurezza dei fedeli alle funzioni religiose.
Insomma, per ora i vescovi devono arretrate. Ma i loro appelli qualcosa stanno muovendo.