Da lunedì 25 maggio gli umbri che risiedono nei comuni confinanti potranno spostarsi in Toscana, nelle Marche per far visita ai propri “congiunti”. L’ordinanza firmata dalla presidente umbra Donatella Tesei anticipa di una settimana, anche se in modo limitato ed al verificarsi di alcune condizioni di reciprocità, la riapertura dei confini regionali.
Sono infatti ammessi spostamenti al di fuori della Regione Umbria nei limiti del comune confinante da parte di coloro che abitano in Comuni collocati a confine tra Umbria e altre Regioni finalizzati alle visite a congiunti. Ciò è però possibile solo in presenza di analoga ordinanza da parte del presidente della Regione confinante.
Ci si potrà spostare, dunque, tra la zona del Trasimeno e l’Alta Valle del Tevere in Toscana, dove per primo il governatore Rossi ha emanato un’ordinanza in tal senso. Che però subordina gli spostamenti tra comuni limitrofi oltre confine alle comunicazioni fatte ai rispettivi prefetti da parte dei sindaci.
Pressanti richieste alla presidente Tesei per la riapertura erano arrivate in particolare dai territori di Città di Castello, San Giustino, Castiglione del Lago e Città della Pieve.
Nelle Marche il provvedimento firmato dal presidente Ceriscioli consente gli spostamenti fuori regione dal 23 maggio.
La presidente Tesei ha firmato l’ordinanza (che autorizza anche l’apertura del commercio al dettaglio su aree pubbliche, palestre, piscine e centri sportivi, musei e biblioteche) dopo la pubblicazione, da parte del Ministero della Salute, del nuovo monitoraggio sulla diffusione del contagio, che ricollocano l’Umbria in una situazione di basso rischio.
Anche se il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva optato ancora per la linea dura a proposito della riapertura dei confini, rispondendo alle istanze presentate dal governatore Bonaccini a nome dei colleghi presidenti. Il ministro ha ricordato che il divieto di spostamenti tra regioni resta fino al 2 giugno. Divieto a cui i governatori possono derogare solo per i casi di assoluta urgenza.
Da qui l’interpretazione della Regione Umbria – conforta anche da un parere legale chiesto da Palazzo Donini – che seguendo quanto fatto dal Governo nel “percorso” dei vari Dpcm, ha consentito gli spostamenti nelle regioni limitrofe – laddove è previsto un analogo permesso – anche per le visite ai “congiunti“.