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Coronavirus, come donare sangue e plasma a Castiglione del Lago

Redazione

Coronavirus, come donare sangue e plasma a Castiglione del Lago

Il direttore sanitario dell’associazione, spiega le novità organizzative. e intanto un donatore raggiunge quota 100
Lun, 06/04/2020 - 13:41

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Le donazioni al tempo del virus: anche l’Avis di Castiglione del Lago ha cambiato l’organizzazione dei prelievi, con il duplice scopo di evitare paure ingiustificate da parte dei donatori e per meglio programmare le chiamate dei volontari, anche in base alla tipologia del gruppo sanguigno ed evitare sprechi di sangue e plasma.

Ne parla Paolo Angori, Direttore Sanitario dell’Avis di Castiglione e medico in pensione con una lunga esperienza ematologica. «Per garantire la sicurezza dei donatori, seguendo le disposizioni governative sul contenimento del contagio e per dare continuità e stabilità del nostro sistema di raccolta, abbiamo deciso subito di implementare un nuovo sistema di raccolta su prenotazione. Tutti i mercoledì dalle 9.30 alle 11.30 è possibile prenotare telefonicamente le donazioni del sabato e del martedì successivo: i nostri incaricati hanno un’agenda che consente di distribuire e distanziare tra di loro i donatori lungo tutta la mattinata del sabato e del martedì. Pensiamo di mantenere questa organizzazione anche finita l’emergenza. Inoltre facciamo donare in base al gruppo sanguigno per evitare eccessi o carenze nelle scorte regionali. Il sangue infatti va conservato in appositi frigoriferi che mantengono la temperatura fra +2 e +6 gradi centigradi per un massimo di 41/42 giorni: forte è quindi il pericolo di sprecare sangue in eccesso».

La risposta dei castiglionesi agli appelli alla donazione delle ultime settimane è stata molto elevata. Segno della solidarietà e della sensibilità che i cittadini hanno saputo offrire anche in un momento così delicato. «Contestualmente però la richiesta di sangue da parte degli Ospedali è diminuita – spiega il dott. Angori – per la sospensione di molti interventi chirurgici e di terapie non urgenti. L’urgenza che si era immediatamente manifestata, per i dubbi e le legittime perplessità di molti donatori, relativamente ai rischi connessi alla donazione, è rientrata e le scorte sono state compensate assicurando sangue ai pazienti cronici e disponibilità per emergenze di breve periodo». A livello nazionale nei giorni scorsi si è registrato un surplus di unità di sangue: da qui la necessità di smaltire prima le scorte. In Italia il gruppo sanguigno più comune è lo 0+ (40%), seguito dall’A+ (36%), B+ (7,5%), 0- (7%), A- (6%), AB+ (2,5%), B- (1,5%) e AB- (0,5%). Per questo il fabbisogno e la disponibilità di sangue sono strettamente correlati a queste percentuali. Esistono, poi, i cosiddetti gruppi rari, il cui assetto antigenico viene riscontrato al massimo in un individuo ogni 1.000/5.000 soggetti esaminati.

Molte Avis stanno invitando a donare plasma. «Prima di tutto – afferma Angori – perché i tempi di conservazione del plasma sono maggiori e possono raggiungere addirittura i 24 mesi. Poi perché l’Italia non ha ancora raggiunto l’autosufficienza di farmaci plasmaderivati ed è quindi importante incentivare questo tipo di donazione: in questi giorni in Lombardia si stanno sperimentando metodi di cura degli infetti da Covid-19 proprio utilizzando il plasma di pazienti guariti. Un altro meccanismo per ottimizzare tutto il sistema è quello della “compensazione”, una sorta di “banca del sangue”, secondo cui le Regioni o le Aziende sanitarie che raccolgono più sangue rispetto al proprio fabbisogno, lo cedono a quelle più in difficoltà: nelle ultime settimane le donazioni sono state così numerose che non è stato necessario ricorrere alla compensazione».

Pochi giorni fa al Centro di Raccolta dell’Ospedale locale Maurizio Topini di Castiglione del Lago ha raggiunto l’importante traguardo delle 100 donazioni. «Complimenti da parte di tutta l’associazione: una buona notizia… nel mezzo della bufera – conclude il dott. Angori –. Raccomandiamo la costanza e la periodicità della donazione. Il vero donatore lo fa con frequenza, sia per mantenere il controllo delle scorte, sia per tutelare la propria salute attraverso i controlli che effettuiamo: pochi giorni fa ho personalmente riscontrato in un donatore una neoplasia in forma asintomatica. Donare sangue è anche fare medicina preventiva».

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