Installati al di fuori dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia i container che, secondo le nuove disposizioni del Ministero della salute e del Dipartimento della protezione civile, serviranno per svolgere tutte le operazioni che coinvolgano casi di persone sospette di possibile contagio da Coronavirus.
La comunicazione in proposito è stata data dall’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto.
La scelta di attivare container o comunque strutture esterne agli ospedali è stata assunta dopo i casi del presunto contagio che secondo quanto comunicato dal premier Conte sarebbe avvenuto all’interno dell’ospedale di Codogno, dove il paziente 38enne che si era presentato per richiedere cure non sarebbe stato adeguatamente trattato.
In sintesi le principali indicazioni della Task Force per la gestione dei pazienti e raccomandazioni ai cittadini
Nell’attuale fase di diffusione della malattia, la task force regionale ha stabilito che qualunque caso sospetto (che risponda ai criteri epidemiologici, clinici e temporali) indipendentemente dalla gravità delle condizioni cliniche, debba essere ricoverato nelle due Cliniche di Malattie Infettive di Perugia e Terni, al fine di prevenire i possibili casi secondari.
Sono state prese in esame le diverse possibilità di accesso al Servizio sanitario:
– nel caso in cui il medico (MMG, PLS o della Continuità assistenziale) venga contattato da pazienti sintomatici che corrispondano alla definizione di caso sospetto, se il paziente non ha bisogno di assistenza urgente non è indispensabile effettuare una visita domiciliare, ma è necessario, in questo caso, allertare immediatamente il 118 che provvederà a contattare il Pronto Soccorso delle due Aziende Ospedaliere di Perugia e Terni che daranno indicazioni per predisporre il ricovero immediato nelle Cliniche di Malattie Infettive nel rispetto del percorso stabilito.
– nel caso in cui i medici (MMG, PLS o della Continuità assistenziale) vengano contattati da persone asintomatiche che provengono da zone a rischio o che siano state a contatto con casi sospetti da meno di 14 giorni, disporranno, di concerto con i servizi Territoriali (Distretti) e quindi con i Servizi di Igiene e sanità Pubblica dei Dipartimenti di Prevenzione, un isolamento domiciliare fiduciario, fino allo scadere delle due settimane successive al ritorno, motivato da cause di sanità pubblica.
– nel caso di richiesta di soccorso al 118, in particolare da parte di persone in transito nella regione che non possono rivolgersi a MMG, PLS o ai medici della Continuità Assistenziale, per essere trasportati dal proprio domicilio in ospedale, è necessario che l’addetto alla Centrale Operativa 118, sulla scorta delle proprie procedure interne (intervista telefonica), conduca una breve indagine epidemiologica per valutare se corrisponde alla definizione di caso sospetto di malattia da “2019-NCoV”.
– nei casi in cui, per qualunque motivo, il paziente arrivasse con propri mezzi all’osservazione del Pronto Soccorso oppure ad un ambulatorio medico, il triage di questi pazienti deve permettere una rapida individuazione dei casi sospetti e dovranno essere adottate tutte le misure volte ad impedire la diffusione ad altre persone (operatori sanitari e altri pazienti): se dal triage il caso dovesse rispondere ai criteri citati per essere definito “caso sospetto”, dovranno essere messe in atto l’eventuale trasporto e ricovero in un reparto di malattie infettive, identificazione dei contatti per successive valutazioni e misure di igiene ambientale.
Coronavirus: i casi in Italia aggiornati dal Ministero della Salute
Le ambulanze in dotazione al 118 risultano tutte equipaggiate con adeguati dispositivi di protezione. Le Aziende USL stanno provvedendo inoltre a distribuire i kit con i dispositivi ai medici del territorio.
Si precisa che se si identifica un caso sospetto, dovrà essere fatta una segnalazione immediata alla ASL territorialmente competente (in particolare al Servizio Igiene e Sanità pubblica) che provvederà a darne subito comunicazione alla Direzione Regionale Salute e Welfare e, quindi, dovrà essere trasmessa anche la scheda di notifica entro 12 ore, secondo quanto indicato dalla specifica circolare ministeriale.
I medici della Task Force raccomandano alla popolazione l’adozione delle seguenti misure igieniche e sanitarie:
1) lavarsi spesso le mani con soluzioni idroalcoliche;
2) evitare i contatti ravvicinati con le persone che soffrono di infezioni respiratorie in particolare quando tossiscono o starnutiscono o se hanno la febbre, perché il virus è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere trasmesso col respiro a distanza ravvicinata;
3) non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani se presenti febbre, tosse o difficoltà respiratorie o se sei stato in stretto contatto con una persona affetta da malattia respiratoria;
4) coprirsi naso e bocca se si starnutisce o tossisce avendo cura di farlo nella piega del gomito, starnutire o tossire in un fazzoletto, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani, pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcool;
5) non prendere antivirali e antibiotici se non prescritti;
6) contattare il numero verde 800.63.63.63 se si hanno febbre, tosse o difficoltà respiratorie e usare la mascherina.
7) in caso di febbre, tosse o difficoltà respiratorie non recarsi al Pronto soccorso contattare il proprio medico o il numero verde: recarsi al pronto soccorso non è utile ne’ per la propria cura ne’ per la collettività.
La Task Force attivata dalla Regione Umbria per gestire l’emergenza legata alla diffusione dell’infezione da Coronavirus (2019_NCOV), ha predisposto una serie di documenti utili a dare indicazioni ai medici dei servizi sanitari del territorio regionale sui comportamenti da adottare e sull’attuale organizzazione dei servizi.