Perugia

Coronavirus, all’ospedale 32 infettati tra medici e infermieri: confronto con i sindacati

Sono 32 i camici bianchi (tra medici e infermieri) che hanno contratto il Coronavirus dall’inizio dell’emergenza. “Il rischio zero non c’è” il commento del commissario dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Antonio Onnis. Le cui parole sui contagi avvenuti per metà al di fuori dell’ambiente di lavoro ospedaliero avevano scatenato, nei giorni scorsi, l’ira dei sindacati.

Sindacati dei lavoratori dell’ospedale e Azienda sono tornati ad incontrarsi al Creo per affrontare la questione sicurezza. Al centro dell’incontro un confronto sulle iniziative fini ad ora intraprese per la tutela della salute dei lavoratori per garantire loro le migliori condizioni di sicurezza nella fase di emergenza Covid-19.

Per l’Azienda ospedaliera, insieme al commissario straordinario Antonio Onnis, erano presenti il direttore sanitario Simona Bianchi, il direttore amministrativo Matteo Sammartino e i responsabili della sicurezza e prevenzione, Francesco Iannacci e Piero Rosi con il coordinatore dei medici che svolgono la sorveglianza sanitaria, professor Giacomo Muzi.

Onnis ha ricordato come fin dall’inizio dell’epidemia sono stati attuati i protocolli previsti, con adeguate attività per la messa sicurezza di medici e personale sanitario. Ed ha definito “estremamente utile il confronto, perché sono state esaminate tutte le proposte dei rappresentanti dei lavoratori, atte a ridurre ulteriormente il rischio”.

Incontri settimanali

È stato inoltre deciso che verranno effettuati costanti aggiornamenti sullo stato dell’arte della prevenzione, con riunioni programmate a cadenza settimanale.

Quanto alle dotazioni di dispositivi di protezione individuali (tute, mascherina, guanti etc…), a seconda delle tipologie richieste, l’autonomia dell’Azienda ospedaliera al momento va dai 4 ai 10 giorni.