“Siamo, come sempre, a disposizione di qualunque donna che senta di essere costretta a scegliere tra lavoro e famiglia o si senta comunque in difficoltà per la rigidità del mondo del lavoro rispetto ai suoi bisogni”.
Necessità di genere
Lo affermano in una nota le consigliere di Parità della Provincia di Terni, Maria Teresa Di Lernia (responsabile) e Ivana Bouché (vice) a proposito dell’emergenza Coronavirus e delle necessità di genere, “che rimangono inalterate e anzi richiedono ulteriori sforzi e impegni”, sottolineano. “In questo quadro – continuano – il nostro impegno si mantiene e si rafforza estendendosi anche agli uomini.
Supporto alle donne
Chiunque di loro veda negati i propri diritti di paternità o di assistenza a genitori anziani può trovare nelle consigliere di parità un supporto”. “Già prima dell’emergenza Coronavirus – scrivono la Di Lernia e la Bouché – le donne italiane erano al primo posto nella classifica europea per tasso di rinuncia al lavoro per la cura dei figli, non solo perché non trovano aiuto nell’organizzazione scolastica, né in quella del lavoro e familiare, ma anche perché l’organizzazione del lavoro è spesso rigida e non propensa a tenere in debita considerazione le esigenze di garantire un welfare adeguato alle persone che lavorano nell’organizzazione stessa.
Con il progressivo ritorno alla normalità e la ripresa a pieno delle attività commerciali e produttive, l’occupazione femminile è, infatti, quella che corre i maggiori rischi, anche perché le difficoltà di riavvio delle scuole e di assistenza all’infanzia, provocheranno oggettivamente una spinta alla rinuncia al posto di lavoro da parte della componente della famiglia meno remunerata che, visto il gap salariale esistente tra donne e uomini, è molto spesso la donna.
Il dovere delle istituzioni
Le consigliere di Parità sottolineano di avere istituzionalmente il compito di favorire azioni che possano aiutare il superamento di ostacoli alla parità di genere nel mondo del lavoro, anche affiancando le lavoratrici nella ricerca di soluzioni a problematiche specifiche, rispetto alle quali non sono messi in atto dal datore di lavoro gli accorgimenti necessari per consentire alla lavoratrice di mantenere con serenità il proprio posto di lavoro.
“In questa ottica – ricordano le due consigliere – abbiamo realizzato iniziative, in tempi non sospetti, per lo sviluppo dell’utilizzo del lavoro a distanza e per promuovere, all’interno del mondo del lavoro, un’attenzione particolare al welfare, imprescindibile da una buona gestione delle risorse umane, ed abbiamo affiancato diverse lavoratrici a risolvere problemi di conciliazione tra lavoro e diritto alla genitorialità e all’assistenza e cura.
Il periodo di lockdown per Coronavirus ci ha insegnato che si può lavorare a distanza e che il lavoro può consentire flessibilità fino ad ora impensabili. Crediamo che sia giusto cogliere questa scoperta e trasformare il dramma che stiamo vivendo in opportunità per il futuro”.