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Coppia nella vita e negli affari di droga / In manette i pusher “innamorati” di via Settevalli a Perugia

Coppia nella vita e negli affari di droga. Nel pomeriggio di ieri mercoledì, gli uomini della Squadra Mobile di Perugia hanno arrestato due spacciatori “seriali”, lui tunisino e lei rumena, legati da un rapporto sentimentale e ritenuti particolarmente attivi nella distribuzione di “eroina” e “cocaina” al dettaglio in zona Via Settevalli e costantemente impegnati a cercare di far perdere le loro tracce alla Polizia, mantenendo un domicilio “fittizio”, cambiando continuamente casa e schede telefoniche cellulari e fissando appuntamenti con i propri “clienti” sempre in posti diversi.

Lui il pusher di via Settevalli. La polizia, ormai da qualche settimana, nell’ambito di un’attività investigativa diretta dal sostituto procuratore Mario Formisano, ha seguito con ogni mezzo possibile tutti i movimenti del giovane Gharbi Marouane, ventiseienne, cittadino tunisino con tantissimi “alias” e precedenti penali. L'uomo se ne andava tranquillamente a fare le consegne di droga per via Settevalli in macchina, pur senza la patente, a bordo di una Fiat Panda di colore “blu” di proprietà della fidanzata, tale Mariana Claudia Tuluc, cittadina rumena di dieci anni più grande ed “inseparabile” dal suo amato: infiniti i recuperi di piccole dosi di “eroina” e “cocaina” effettuati dagli operatori sui suoi sventurati clienti, quasi tutti italiani della zona i quali, “messi alle strette” dalla Polizia, hanno puntualmente, secondo uno schema ormai noto, rivelato il numero di telefono o il nome o l’identità del loro “fornitore” di fiducia.

Inseparabili e introvabili. Lo spacciatore, come dichiarato da tutti i clienti ma soprattutto come accertato dai poliziotti, in tutte le “consegne” era sempre accompagnato ed assistito dalla fidanzata, impegnata addirittura a consegnare personalmente la “roba” o ad “incassare” il denaro. I due erano sempre uniti non solo nell’attività di spaccio, ma anche e soprattutto nella quotidiana attività di “dispersione” delle loro tracce, cambiando continuamente schede telefoniche e domicilio, ed andando solo saltuariamente a ritirare la corrispondenza nella casa dove formalmente lei aveva la residenza, in via Tuscania. Ma gli uomini del capo della Mobile Marco Chiacchiera hanno continuato a seguire ogni loro passo, documentando ogni loro incontro e recuperando e di volta in volta tutte le loro “cessioni”, creando così un vero e proprio “catalogo” di clienti pronti a riconoscere la giovane coppia quale loro distributori di fiducia.

Qualcuno li ha avvisati. Ma uno dei clienti, forse partciolarmente “fidelizzato”, appena uscito dagli Uffici della Squadra Mobile, ha provato ad avvisare Gharbi che la Polizia lo stava monitorando, ma anche in questo caso l’attività è proseguita ed a nulla è servito per il tunisino effettuare un ennesimo cambio di carta sim: il giovane cliente perugino, naturalmente, è stato denunciato per favoreggiamento.

L'arresto. All’esito di tutta questa attività d’indagine, alle ore 17 di mercoledì, è scattato il blitz. I poliziotti della “Diffusa”, nonostante il pericolo al quale andavano incontro nella cattura (in due precedenti occasioni il Gharbi avrebbe cercato di investire chiunque gli si trovasse davanti per sfuggire al controllo), hanno approfittato di un momento di relax della coppia per porre fine alla loro fuga. I due infatti, sono stati fermati mentre erano comodamente seduti ad un tavolino di un bar nei pressi di un noto centro commerciale della Via Settevalli dove, senza neanche accorgersi della presenza dei poliziotti, si sono direttamente ritrovati ammanettati: insieme in fuga ed insieme anche a Capanne.

Pericoloso. Gharbi Marouane, dalla polizia è ritenuto un soggetto pericoloso, titolare di numerosissimi precedenti penali specifici, nel maggio dell’anno scorso fu protagonista di un rocambolesco inseguimento da parte degli stessi uomini della “Diffusa”: a bordo di una Renault Clio, percorse ad altissima velocità le strade del centro storico e cercando addirittura di speronare l’auto degli inseguitori, ma la corsa ebbe un esito infelice per lui e venne arrestato. Sempre nel giugno dello stesso 2013, questa volta con i Carabinieri, fu artefice di un episodio analogo, e anche in questa circostanza venne catturato. Con l’operazione descritta, finalmente, grazie al copioso “materiale probatorio” raccolto, il tunisino è stato assicurato alla giustizia in maniera più decisiva, anche se potrà contare ancora, condividendo lo stesso luogo di “soggiorno”, sull’amorevole presenza della sua fidanzata-collaboratrice. I due soggetti, sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria a disposizione del pm di turno Gemma Miliani, sono stati accompagnati a Capanne in attesa di convalida.