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Coop “Il Cammino” out da graduatoria giunta Alemanno – Chiesta Commissione di indagine

Sara Minciaroni

Una vicenda lunga e articolata quella che vede coinvolte alcune storiche realtà della lotta alle tossicodipendenze e il Comune di Roma. Il nuovo capitolo che si aggiunge a quanto già riportato da Tuttoggi.info è l'uscita delle graduatorie pubblicate dall'Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze.

Out realtà con esperienza ventennale – Nonostante il ritiro dei bandi del febbraio 2011 e il successivo annullamento in autotutela avvenuto a marzo 2012, il 5 ottobre scorso l’Agenzia ha pubblicato la graduatoria emersa dal lavoro delle nuove commissioni nominate, che non solo registra di nuovo il 'pollice verso' per la Fondazione Villa Maraini, le Cooperative Parsec e Il Cammino, ma a quest’ultima assegna un punteggio inferiore ai 60 punti, il minimo previsto per poter gestire una struttura di recupero.

Città della Pieve – Quindi la Cooperativa il Cammino, quella che ha gestito per oltre 25 anni il Centro Diurno Roma Nord e la Comunità Terapeutica per Tossicodipendenti di Città della Pieve, quella che ha visto riconosciuto dalla comunità scientifica il proprio modello di intervento residenziale per il recupero di individui con problemi di dipendenza, quella che ha gestito e continua a gestire diversi progetti per la lotta alla droga e per l’inserimento lavorativo di ex tossicodipendenti, proprio quella, sarebbe inadeguata.

I dubbi della coop – “Così come a marzo era apparso strano e poco credibile – spiega la cooperativa in una nota- che tutte le realtà con pluridecennale esperienza afferenti al CNCA Lazio risultassero tagliate fuori dai risultati dei bandi riemessi ad agosto 2011 (e come si è visto dall’annullamento in autotutela avevamo ragione), può essere oggi credibile che alla Cooperativa Il Cammino venga assegnato un punteggio pari a 56/100 che le impedisce addirittura l’ingresso in graduatoria?”.

Ostacoli nell'accesso agli atti – “L’accesso agli atti, richiesto anche stavolta – spiegano i soci – forse ci aiuterà a comprendere il perché di un punteggio che non solo è inferiore a quello dei nostri concorrenti, ma esclude da qualsiasi possibilità di affidamento. E forse ci illuminerà anche sul titolo e sul livello di esperienza pregressa in materia di dipendenze di chi in commissione è stato così severo da farci meritare un giudizio non solo escludente ma anche umiliante. Non sappiamo quando, però, potremo avere i documenti da analizzare, perché anche stavolta – per non perdere l’abitudine – sono forti e infondate le resistenze dell’ACT nel concederli, visto che siamo già al quarto infruttuoso sollecito. Per quello che riguarda la proposta progettuale del nostro concorrente, gli atti sono già in nostro possesso dalla volta scorsa, pertanto siamo già a conoscenza di una serie di vizi formali che giustificano e motivano un nuovo ricorso al TAR”.

Un colpo di mano prima delle elezioni – “Vogliamo una volta di più interrogarci sull’operato di un’istituzione che , dopo un percorso estremamente discusso e conflittuale, proprio alla fine del suo mandato, si affretta ad assicurare per nove anni (rinnovabili per altri nove) al CEIS di Roma la gestione di una struttura storica senza curarsi degli effetti devastanti per gli ospiti e per gli operatori coinvolti, tra l’altro, contrariamente a tutti gli altri servizi sociali nella città di Roma che, in attesa dell’approvazione del Bilancio, vengono prorogati di mese in mese”.

Chiedono una commissione d'inchiesta – “In considerazione di quanto accaduto dall’insediamento in ACT del Dott. Massimo Canu, prima in qualità di Presidente e poi in quella di Direttore, e di tutte le conseguenti manifestazioni di protesta, delle interrogazioni parlamentari e consiliari, del danno erariale causato dal risarcimento agli enti per le spese legali previsto dalla condanna del TAR, della chiusura di numerosi servizi e progetti finalizzati all’accoglienza di persone in forte difficoltà per l’abuso di sostanze, dell’attenzione dedicata dai media alla vicenda, ci si domanda se sia opportuno appurare la legittimità e la correttezza dell’operato dell’ACT attraverso l’istituzione di una commissione d’inchiesta di iniziativa consiliare prima di consentirle di cancellare storie, esperienze e professionalità di gruppi che hanno concorso a realizzare servizi così importanti per la città di Roma, e allo scopo di impedire ulteriori danni per la collettività”.