di Giorgio Raggi (*)
Cari consumatori, siamo nel profondo della crisi: ancora più in basso di quando ci siamo entrati.
Nel 2010 i produttori delle marche hanno incrementato i loro listini dell'1,2%: da noi l'impatto non è stato significativo per i consumatori poiché abbiamo venduto generi alimentari in deflazione dello 0,3%. Abbiamo cercato di fare il nostro mestiere in difesa del reddito delle famiglie.
Un sintetico sguardo al mercato in questo inizio 2011 ci dice oggi che la situazione sta rapidamente peggiorando: le quotazioni di frumento, mais, semi oleosi, caffè e zucchero si attestano intorno al +50%. Va peggio per le farine con listini che segnano un +100%. Sembra che vada un po' meglio – se così si può dire – per il latte (+17%) e per le carni (+6%).
La tensione sulle materie prime, salvo oscillazioni di breve/brevissimo periodo, è destinata ad essere un fenomeno strutturale grazie alla crescita dei consumi dell'Asia e dei paesi emergenti dell'America Latina e dell'Africa: cotone e rame stanno viaggiando fra il +50% e il +60%. Il prezzo del petrolio è destinato a salire ancora.
Le famiglie italiane dunque, già in larga maggioranza colpite da scarsità di reddito e di lavoro, stanno per ricevere un'altra significativa batosta: una ripresa dell'inflazione dei generi alimentari, specie di prima necessità. L'Umbria è tutta dentro questa crisi.
Il rapporto della Giunta Regionale “Andamento congiunturale dell'Umbria” evidenzia la crisi delle variabili “connaturate” a questo territorio: caduta dei flussi del turismo, calo degli ordini e caduta della produzione , prodotto interno lordo che stenta a recuperare i livelli della pre-crisi.
Il 2011 dunque non sarà migliore né per l'Italia né per gli Umbri. L'inflazione sarà l'ultima batosta.
In realtà tutti diciamo che la crisi è strutturale e che è ora di cambiare: tutti però stiamo facendo le cose con gli schemi mentali e operativi di prima. Stiamo “rimuovendo” il problema: aspettando che “passi la bufera”.
Penso che la bufera non passerà e che dunque occorra cambiare stili di consumo e per quel che ci riguarda modalità di vendita.
Noi tenteremo di cambiare e ci apprestiamo a fare i primi passi verso un posizionamento della nostra politica commerciale improntata alla sobrietà e alla essenzialità. Prezzo e qualità dei prodotti: il cuore della nostra missione.
Dal 14 febbraio punteremo a far pulsare questo cuore: nel mentre l'inflazione riparte scenderemo di prezzo di circa un 25% nei prodotti di generale e largo consumo a marchio Coop come olio, latte, farina, riso, tonno, caffè, sale, pasta, uova, burro, detersivi, pannolini, ecc. A marchio Coop: vuol dire che ne garantiamo “personalmente” la qualità.
Inoltre dalla settimana successiva: nel mentre l'inflazione riparte venderemo ortofrutta di stagione (a marchio Coop o di provenienza locale) a prezzi del tutto inusuali e costanti per tutto l'anno.
Troverete all'ingresso dei nostri negozi queste novità presentate da molti componenti della squadra Coop che in migliaia – fra dipendenti e Soci attivi delle Sezioni – hanno in questi giorni conosciuto e condiviso questa nostra svolta.
Molti in questi giorni ci hanno chiesto: se avete assicurato sempre convenienza dove sta il cambiamento?
Rispondo: in primo luogo sulla focalizzazione dell'intervento. Continueremo certo ad assicurare convenienza su tutti i prodotti ma ci concentreremo su ciò che serve di più ai bisogni primari delle famiglie, stimolando stili e acquisti salubri e sobri.
In secondo luogo: investiremo molti milioni di euro in più, rispetto agli anni passati, nel nuovo posizionamento rompendo lo schema di un margine operativo prefissato. Per gli esperti ma anche per tutti: è la rottura di una consuetudine storica.
La crisi, per essere superata, ha bisogno di essere combattuta.
Voi consumatori sarete i veri giudici del nostro operato e con i vostri comportamenti e con i vostri rilievi ci farete fare gli ulteriori passi nella direzione giusta. Ci auguriamo di andare incontro alle vostre aspettative.
(*) Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Coop Centro Italia