Funziona bene la convivenza forzata, dopo il terremoto del 2016, delle scuole medie “Pianciani” e “Dante Alighieri”, ma la situazione va risolta e non deve essere considerata “definitivamente provvisoria“. A parlare, dopo la lettera aperta dei docenti della “Dante”, è il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Spoleto 2 (che comprende anche la “Pianciani”), il professor Mario Lucidi (nella foto). Che coglie l’occasione per ringraziare il personale per lo spirito di accoglienza dell’altro plesso ospitato a Passo Parenzi, ma che mette anche “i puntini sulle i”, con una lettera in cui il dirigente appare piuttosto ‘piccato’, soprattutto per l’assenza di condivisione dell’intervento.
Di seguito la lettera del dirigente Lucidi.
“Secondo un vecchio luogo comune in Italia non esiste nulla di più definitivo del provvisorio. In effetti, a leggere la lettera aperta da poco inviata dai docenti della Scuola Media Alighieri agli organi di stampa, verrebbe da pensare che l’antico adagio abbia ancora una volta colto nel segno. Comprendo le naturali motivazioni di ordine pratico che spingono il personale della scuola media attualmente ospite nei locali della scuola media Pianciani di via Ricci e della scuola primaria Sordini di via Visso, a rivendicare la propria inamovibilità da tali spazi fino a che non sarà realizzato il nuovo edificio della Dante Alighieri, ma va doverosamente ricordato come l’attuale sistemazione sia stata a suo tempo imposta dall’emergenza post sisma e come questa scelta fosse chiaramente vincolata al rispetto di una tempistica certa e limitata nella permanenza delle classi della Dante presso i locali dell’Istituto Comprensivo “Spoleto 2”.
Se così non fosse stato sarebbero state verosimilmente adottate altre soluzioni “provvisorie” (vedasi gli ambienti del convitto INPS di piazza Campello) che, a fronte di tempi più dilatati, avrebbero quanto meno evitato disagi alla scuola ospitante. Nella lettera aperta i docenti della Dante ribadiscono l’adeguatezza degli spazi messi a loro disposizione, dalle aule alla palestra, ventilando semmai un’ulteriore loro ottimizzazione (?) e dichiarando altresì che grazie allo spirito di adattamento del personale e delle loro “progettualità trasversali” si è potuto bilanciare l’indisponibilità dei laboratori. Mettendo per il momento da parte il cosa debba intendersi per “ottimizzazione degli spazi” (espressione che da sempre suscita una certa inquietudine in chi esercita la mia professione…), posso solo esprimere tutta la mia soddisfazione per il positivo ambientamento da parte dei nostri ospiti, che è anche un indiretto riconoscimento alla disponibilità, al senso di responsabilità ed al reciproco spirito di adattamento dimostrato in questi anni dal personale docente e non docente dell’Istituto Comprensivo “Spoleto 2” che ho quest’anno l’onore di dirigere e che in questo sede voglio pubblicamente ringraziare.
Per quanto riguarda la situazione degli spazi concordo con i docenti della Dante sul fatto che nessuna classe dislocata nei nostri plessi è priva di un’aula dignitosa e provvista delle necessarie dotazioni tecnologiche, così che è possibile, per entrambi gli istituti, garantire un adeguato livello qualitativo della propria offerta formativa.
È però altrettanto vero che gli spazi laboratoriali dei due istituti risultano compressi ed accessibili solo con turnazione od in orario pomeridiano e che la palestra è spesso occupata da due classi contemporaneamente, con tutti i disagi del caso, o che le cospicue dotazioni laboratoriali dei due istituti non possano essere pienamente utilizzate per la limitatezza degli ambienti. In Italia, e soprattutto nel mondo della scuola, siamo maestri indiscussi nelle “progettualità trasversali” (arte di arrangiarsi, per i non addetti ai lavori) e di sicuro sia i docenti della Dante che della Pianciani hanno dimostrato tutta la loro professionalità e dedizione alla propria scuola, lavorando in modo egregio in un contesto situazionale che ottimale non è; una condizione che, voglio ribadirlo con chiarezza anche per evitare ogni fraintendimento derivante da una forse frettolosa lettura della lettera aperta in questione, non può e non deve essere considerata “definitivamente provvisoria”.
Voglio infine auspicare che in occasione di futuri pronunciamenti pubblici (anche in periodi diversi da quelli concitati delle iscrizioni) determinate riflessioni vengano condivise con chi, da scuola ospitante, si trova a vivere ogni giorno le identiche problematiche dei propri ospiti”.