Se il giovane consigliere comunale di maggioranza, Filippo Ugolini (FI) voleva attirare l’attenzione degli osservatori e della politica sul progetto di Controllo del Vicinato, con tanto di istituzione del bollino di zona, o area, sorta di novello indice delle zone da tenere sotto costante monitoraggio, si può tranquillamente dire che ci sia riuscito benissimo.
Il progetto di Ugolini è diventato subito il bersaglio politico di quasi tutte le forze di opposizione cittadine e dello storico movimento di Casa Rossa.
“Dopo mesi in cui chiediamo di convocare il Consiglio comunale che non si riunisce da marzo e in cui tentiamo di uscire da una delle più gravi crisi, economica e sociale, del nostro tempo, il Comune si fa sentire“.
Inizia così, con un certo sarcasmo, la nota del Pd, “Non per parlarci di come e cosa si può fare per lo sviluppo, il turismo o l’economia della nostra città ma per annunciarci che, da fine giugno, partirà il Controllo del Vicinato, con tanto di bollino per indicarne la zona interessata. Non preoccupatevi, non si tratta di ronde cittadine e pattugliamenti ma solo di sana collaborazione tra cittadini e Istituzioni e di maggiore partecipazione dei cittadini alla soluzione dei tanti problemi che attanagliano la nostra città.
Viene automatico chiedersi come mai ci sia stato bisogno di sottolineare che tra le attività vietate ci siano l’intervento diretto e le ronde e i pattugliamenti e, ancora di più, viene automatico chiedersi se non siano già presenti nella nostra città Associazioni culturali e sociali il cui loro compito è occuparsi di tenere unito il tessuto della società con l’Amministrazione.
A noi, oltre a tanti dubbi sulla necessità di una iniziativa come questa, preoccupa piuttosto il senso e l’obiettivo.
Abbiamo già visto come in questi mesi di pandemia e lockdown una delle pagine tristi la hanno scritta proprio quei cittadini che si sentivano controllori e che osservavano il comportamento degli altri per denunciarne irregolarità e comportamenti scorretti. Non ci sarebbe nulla di male se non fosse che così si mettono i cittadini ‘uno contro l’altro’ piuttosto che sentirsi uniti per il bene comune. Ma non c’erano cose più importanti da pensare e soprattutto da fare in questo momento?
La collaborazione tra la città e l’Amministrazione e la maggiore partecipazione dei cittadini non si costruisce con un bollino e un coordinatore ma si costruisce, nel tempo, coinvolgendo i cittadini nelle scelte più importanti per la loro città e per il loro futuro. Cosa che cercano di fare da anni le Associazioni già esistenti nella nostra città. Forse bastava coinvolgere e ascoltare di più quello che già c’era piuttosto che creare nuovi gruppi di persone con, ancora non è chiaro, quali obiettivi.
A stretto giro anche Ora Spoleto, con la consigliera Luigina Renzi alza l’attenzione sul progetto di Ugolini, ” Controllo del vicinato quando la gente ora ha bisogno di contatto sociale. L’amministrazione deve prodigarsi per ricomporre il tessuto sociale, per risolvere gli urgenti problemi economici, non per fomentare l’astio contro gli altri e aumentare la distanza sociale.
Servono misure urgenti per tornare a vivere questa città, per sentirci parte di un tessuto sociale vivo, vicino, solidale.
Ecco le proposte di Ora Spoleto in questo manifesto programmatico, che configura azioni e decisioni che Ora Spoleto ritiene necessarie per il rilancio della città:
1) Istituzione di una “task force” con Sindaco e Capigruppo del Consiglio Comunale, Direttore sanitario, Enti ed istituti di credito locali, Associazioni di categoria e di volontariato, Rappresentanti degli uffici tecnici del Comune, della Provincia e della Regione per essere proattivi e dare indirizzi alla popolazione
2) Realizzazione di un’anagrafe e di un censimento delle situazioni di maggiore debolezza delle famiglie e delle attività, che funga anche da Osservatorio economico e sociale per intervenire tempestivamente
3) Individuazione di misure per il turismo e il commercio, che partano dall’annullamento delle tasse comunali (es. occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti), agli aiuti alla piccola e media industria, agli artigiani , ai professionisti con uno stretto collegamento con le misure regionali , alla programmazione di cultura e spettacoli, nel rispetto delle regole per tenere viva la tradizione e lasciare accesi i riflettori sulla città
4) Sollecitare la Regione Umbria a pubblicizzare i provvedimenti adottati finalizzati a sostenere famiglie ed imprese , a semplificare le procedure per l’acquisizione delle diverse provvidenze , a incrementare le risorse economiche e finanziarie da affiancare a quelle governative e fornire assistenza agli aventi diritto attraverso lo Sportello del cittadino
5) In assenza degli studenti, accelerare le procedure della ricostruzione degli edifici scolastici danneggiati dal terremoto, per eseguire gli interventi di manutenzione straordinaria già programmati
6) Costituzione di un albo delle strutture di supporto delle famiglie per lo svolgimento dei campus estivi convenzionate con il Comune nel rispetto delle normative vigenti, che possano sopperire al problema legato alla chiusura protratta delle scuole e al rientro al lavoro di moltissimi dipendenti
Chiude, per ora, la sequela di reazioni decisamente contrarie al progetto, la storica associazione culturale spoletina, Casa Rossa:
“Una rete di spie organizzate con tanto di coordinatori, quartiere per quartiere, che terranno rapporti con le Forze dell’Ordine e l’amministrazione cittadina, inizierà la sua attività a fine giugno in alcune zone popolari della nostra città, da San Martino a San Giacomo, dalla zona Peep a Pontebari. “Zona di controllo del vicinato” il nome della milizia volontaria per la sicurezza spoletina del XXI secolo; un titolo che è tutto un programma, simboleggiato da un uomo in divisa che signoreggia al centro di una famiglia.
Questo è quanto ci rivela un giovanotto di Forza Italia, consigliere comunale, che sta lavorando all’operazione.
Inquietante è dir poco. Si tratta di una manifestazione di quello Stato di Polizia, non semplice da far nascere per la naturale opposizione popolare, i cui sostenitori cercano di sfruttare le paure derivate dalla pandemia per far passare un sistema di limitazione delle libertà individuali, da tempo obiettivo e desiderio di tutte le destre italiane che mirano a una svolta autoritaria.
Potremmo porre il problema della legittimità di tutto questo ma non ci basta e non ci serve, perché la vera questione è a quale società allude un apparato di spioni di quartiere confidenti delle forze di polizia.
Quasi cento anni fa nel triste ventennio fascista si iniziò con la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, per poi passare all’OVRA (Opera Vigilanza Repressione Antifascismo) e finire col vendere ebrei e oppositori politici destinati ai campi di sterminio per 1500 lire a soffiata.
Questa macchina di “controllo del vicinato”, ci informa il giovanotto del partito di Berlusconi, è in gestazione dal 2018, proposta dagli stessi soggetti politici che nelle sceneggiate televisive nazionali gridano contro il giustizialismo del governo solo per falsa propaganda di parte. Si tratta di un meccanismo di criminalizzazione sociale e politica.
Ci opporremo fin da subito, in modo sistematico e continuato a questa macchina del sospetto e della vendetta messa in piedi dal potere politico locale. Fin da adesso chiediamo con forza di conoscere i nomi dei coordinatori e degli appartenenti ai gruppi di controllo del vicinato: controllare i controllori è la prima misura per impedire di finire tra le maglie di delatori e confidenti.
Diamo poi appuntamento in piazza ai tanti che non ci stanno a essere controllati da altri cittadini organizzati dal potere politico, tra pochi giorni, appena si sarà deciso tutti insieme come rispondere a questa gravissima provocazione politica.