Continua serrata l’attività della Guardia di Finanza di Perugia nel contrasto alle principali forme di illegalità economico-finanziaria, soprattutto riguardanti evasione fiscale e lavoro sommerso.
Tra le attività di controllo più significative, figura quella relativa all’obbligo di emissione di scontrini e ricevute fiscali. I reparti territoriali della provincia hanno effettuato ben 561 verifiche nei primi 5 mesi del 2025, accertando violazioni in 228 casi, pari a un tasso di irregolarità superiore al 40%.
Una percentuale che conferma come l’evasione “di prossimità” sia ancora largamente diffusa e che mette in evidenza l’importanza di mantenere alta la soglia di attenzione anche su forme di evasione apparentemente “minori”.
Sempre nell’ambito della verifica degli obblighi fiscali, sono stati eseguiti 48 controlli mirati a riscontrare il corretto pagamento del canone Rai da parte dei titolari di esercizi pubblici. All’esito dei controlli espletati, è emerso che 45 esercizi su 48 non risultavano aver assolto correttamente il previsto pagamento, con una percentuale di irregolarità che supera il 90%.
La Guardia di Finanza ha anche concentrato l’attenzione sul controllo dei dispositivi di pagamento elettronico (POS), acquisendo documentazione contrattuale e bancaria utile a risalire alla destinazione degli incassi effettuati con carte e bancomat. Gli accertamenti, orientati alla verifica di eventuali flussi di denaro verso conti correnti esteri o intestati a soggetti terzi – potenzialmente utilizzati per eludere il fisco -, non hanno fatto emergere irregolarità, segno di una maggiore aderenza alle norme da parte degli esercenti.
Sul fronte del lavoro sommerso, i militari delle Fiamme Gialle hanno effettuato 88 controlli in diversi comparti: dall’edilizia alla ristorazione, dal commercio ortofrutticolo alle sartorie, passando per l’organizzazione di eventi. L’attività ispettiva ha riguardato numerosi Comuni della provincia: Bevagna, Costacciaro, Fossato di Vico, Bastia Umbra, Deruta, Gubbio, Città di Castello, Montone e Foligno, evidenziando un quadro critico.
In totale sono stati individuati 40 datori di lavoro non in regola, che impiegavano 63 lavoratori irregolari: 40 di essi sono risultati essere “totalmente in nero”, ossia privi di qualsiasi contratto, mentre 23 sono risultati assunti con modalità irregolari, con inquadramenti errati ovvero in assenza di comunicazione preventiva di assunzione. Per ciascun lavoratore irregolare, la normativa prevede sanzioni amministrative che vanno da un minino di 1.950 euro a un massimo di 11.700 euro, per un totale complessivo di sanzioni pari a circa 700.000 euro.
Nel corso dei controlli svolti a Deruta, è stato scoperto un lavoratore straniero impiegato senza alcun titolo di soggiorno valido. Il datore di lavoro, un imprenditore di origine cinese, è stato, quindi, deferito alla Procura della Repubblica di Spoleto per violazione delle norme sull’immigrazione. Al lavoratore è stato notificato l’ordine di espulsione dal territorio nazionale, emesso dal Questore di Perugia.
All’interno di un laboratorio di pasticceria di Foligno, i Finanzieri hanno invece rilevato la presenza di tre dipendenti non regolarmente assunti, tra cui una lavoratrice che percepiva contemporaneamente la NASpI, l’indennità mensile di disoccupazione dell’INPS. La somma percepita indebitamente ammonta ad oltre 5.780 euro. La donna è stata segnalata alla Procura di Spoleto per indebita percezione di erogazioni pubbliche. Contestualmente, l’Ispettorato del Lavoro di Perugia ha disposto l’immediata sospensione dell’attività imprenditoriale della pasticceria, in tutte e tre le unità locali operative.
I reparti territoriali del Comando Provinciale di Perugia proseguiranno nell’attività di controllo economico del territorio per tutto il 2025, con l’obiettivo di garantire legalità, equità e rispetto delle regole. L’azione delle Fiamme Gialle perugine è volta, in particolare, a tutelare le imprese oneste e assicurare il corretto funzionamento del mercato: l’illegalità economica, rappresenta, infatti, una minaccia seria per la competitività e la tenuta del tessuto produttivo sano.