Contro i comportamenti additivi e la ludopatia, in Alto Tevere umbro, arriva LinkUp – Collègati, progetto della zona sociale 1, cofinanziato da Regione Umbria e Ministero che mobilita cittadini, pensionati, studenti, contro vecchie e nuove dipendenze. Si tratta di un progetto-pilota per il Centro Italia e introduce gratuitamente nuove forme di benessere come l’Estetica sociale, che aiuta chi ha una disabilità fisica ad acquisire un aspetto in linea con la desiderabilità sociale, migliorando la propria immagine esterna e l’autostima.
“Secondo i dati dalla Asl, la ludopatia (il gioco patologico) a Città di Castello muove un giro di affari pari a 60 milioni l’anno, per circa 1500 euro a tifernate. Un dato allarmante che tuttavia è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno sommerso, se si pensa che gli utenti in cura ai servizi nel 2017 erano soltanto 18 e che il concetto di dipendenza oggi tende ad arricchirsi di nuovi comportamento additivi, legati ad internet e alla tecnologia – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini, illustrando il progetto – Da qui l’idea di lavorare sulle dipendenze, a prescindere dalla tipologia, e di coinvolgere i cittadini sulla ricerca di risorse anti-dipendenza, profondamente connesse alla realtà quotidiana. Il valore aggiunto di Link up è il coinvolgimento di tanti soggetti: Asl, Croce Rossa, Farmacie tifernati e il polo professionale Cavallotti-Patrizi-Baldelli. Tutti mobilitati per contribuire a trovare soluzioni”.
“È un classico esempio di piramide ribaltata – spiega Paola Conti, rappresentante dell’associazione tifernate ‘C’entro’ e progettista di LinkUp – le parole d’ordine sono partecipazione, innovazione sociale, reti e comunità per una azione di ricerca che non solo promuova la salute ma favorisca l’integrazione sociosanitaria del territorio. In realtà il progetto è già in atto con incontri di mappatura insieme ai pensionati dello Spi-Cgil e della scuola Cavallotti, durante i quali sono stati ricostruiti luoghi e modalità delle dipendenze. Da questo scambio saremo in grado di progettare servizi per intervenire e prevenire. La scommessa è molto ambiziosa, come nel caso del laboratorio di estetica sociale o il fitness rigenerativo che sono campi inesplorati anche per la scienza sociale”.
Quarto nella graduatoria nazionale, Link Up è stato finanziato da un bando della Regione Umbria diretto al terzo settore per 15mila euro. Altrettanti verranno da risorse locali. Michela Traversini, consulente estetista visagista per la Asl Umbria 1, è la responsabile del laboratorio di Estetica sociale, attivato presso la Farmacia comunale del centro, in via Vittorio Emanuele Orlando, ogni mercoledì dalle 9 alle 13. Per il presidente di Farmacie Tifernati Lazzaro Gaudenzi Fiorucci è un passo in avanti verso l’idea di “Farmacia di servizi che stiamo perseguendo in tutti e tre i negozi, con prestazioni materiali e immateriali aggiuntive per rispondere in modo diretto e più efficace ad una domanda di salute, che altrimenti potrebbe rivolgersi ad internet o al passaparola. Anche questo secondo noi significa trovare soluzioni dal basso, specie per le nuove patologie”.
“L’Estetica sociale nasce nell’ambito di sindromi che implicano cambiamenti a livello fisico, come la perdita di capelli – spiega Michela Traversini – e interviene per contenerli e aiutare il paziente a non subire troppi contraccolpi psicologici davanti agli effetti collaterali di una malattia. I risultati sono sorprendenti e costituiscono un grande supporto alla guarigione”. “Come educatori prima che come docenti osserviamo una crescita del gioco d’azzardo, specie on line nei nostri ragazzi. È una pratica che sta diffondendosi in tutte le realtà e noi non facciamo eccezione – dice per l’istituto Cavallotti-Patrizi-Baldelli Giovanni Granci – l’attività di mappatura delle risorse e dei rischi è stata molto stimolante per i ragazzi che si sono sentiti coinvolti in prima persona. Dobbiamo dare continuità a queste iniziative di prevenzione”. Anche per Flavio Manni, rappresentante di Spi-Cgil – i laboratori tenuti con i pensionati nostri iscritti hanno significato un passo in avanti nella costruzione di un modello sociale inclusivo e un proseguimento sotto altra forma della contrattazione sociale che la Cgil pratica ad ogni livello”.