Mantengono ancora il più stretto riserbo gli inquirenti su un’indagine della guardia di finanza relativa a un presunto contrabbando internazionale di gasolio per il quale sono stati disposti gli arresti domiciliari per due persone e l’obbligo di dimora per altre due.
L’intento della discrezione è chiaro, le indagini sono ancora in corso e al registro degli indagati risultano iscritte molte più persone di quante ne siano già finite agli arresti. Il numero potrebbe crescere ed è proprio per questo che le fiamme gialle lavorano alacremente.
Le ipotesi di reato andrebbero, secondo quanto sarebbe riportato nelle ordinanze disposte dal gip di Perugia su richiesta del sostituto procuratore Mario Formisano dal contrabbando internazionale alla violazione delle norme sulla concorrenza imprenditoriale e commerciale, fino all’evasione delle accise sulla benzina.
Per tradurre un giro illecito finalizzato al contrabbando di carburante, facente capo ad un’azienda della zona di Bastia Umbra. E come riporta l’edizione odierna de Il Messaggero, con a capo una donna, legata ad uno degli arrestati da stretto rapporto di parentela, per la quale però non sarebbero scattate le misure cautelari.
Il giro d’affari dell’organizzazione, potrebbe ammontare a diversi milioni di euro. Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle, l’oro nero arrivava in Umbria dai paesi dell’Europa dell’Est a prezzi bassissimi e il mancato pagamento delle accise permetteva di rivenderlo prezzi molto al di sotto di quelli di mercato. In una sola parola: contrabbando. Ulteriori sviluppi non sono esclusi nelle prossime ore.