Un costante clima di violenza protrattosi per lungo tempo ha contraddistinto la vita di due coniugi 60enni, cittadini kosovari dell’area tifernate. L’autore delle continue aggressioni fisiche e psicologiche è proprio colui che, raggiunta una certa età, dovrebbe dare sostegno ai genitori: il figlio.
Sotto continue minacce, il 35enne di origine kosovara, costringeva i genitori a vivere tra continue tensioni, al fine di estorcere somme di denaro di oltre 200 euro a richiesta, provenienti, per di più, dalla pensione di invalidità che percepiscono le vittime. Le violenze fisiche che puntualmente hanno accompagnato le ripetute minacce, hanno anche costretto i poveri coniugi, in più occasioni, a ricorrere alle cure dei sanitari.
Proprio pochi giorni fa, il figlio ha costretto con la forza la donna a salire sulla propria auto, sottraendole passaporto, telefono e libretto postale, di cui la stessa era intestataria, e minacciandola con un bastone, dopo che questa aveva solo “accennato” un diniego alla richiesta di denaro. Un passante ha segnalato l’episodio al 113, consentendo un tempestivo intervento degli agenti del Commissariato di Città di Castello, che hanno bloccato l’uomo e prestato assistenza alla donna.
Il Gip del Tribunale di Perugia, riconoscendo all’indagato i reati di maltrattamenti in famiglia, rapina ed estorsione, ed alla luce della spiccata pericolosità sociale del 35enne (con precedenti), ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, alla quale si è data immediata esecuzione da parte del Commissariato di Città di Casello. A distanza di pochi giorni, però, l’indagato si è allontanato da casa, eludendo la misura cautelare senza alcuna autorizzazione; è stato pertanto deferito alla Procura della Repubblica dagli agenti del Commissariato per il reato di evasione. Rintracciato dai poliziotti tifernati, infine, è stato associato al Carcere di Capanne su disposizione del magistrato.