A Terni potrebbero esserci 3 inceneritori attivi nell’arco di qualche anno, è questo l’allarme lanciato dal M5S che con Giuseppe Conte, nella giornata di oggi 13 novembre, ha partecipato a un sit-in proprio davanti all’inceneritore di Terni, luogo simbolo di una delle città più inquinate d’Italia. Non a caso al sit-in era presente anche il Comitato Prisciano Terni-Est che ha consegnato all’ex premier un contenitore con le ‘famose’ polveri di Prisciano, rispetto alle quali TO si è occupato nell’ambito dell’inchiesta ‘Caso Terni’. La campagna elettorale del centrosinistra ha spesso focalizzato i problemi della Regione, e di Terni in particolare, sulla questione ambientale e dell’inquinamento e Giuseppe Conte ha raccolto l’invito a testimoniare le possibili criticità di una situazione ambientale che a Terni potrebbe diventare espolsiva.
“Metteremo le lancette verso il passato e non verso il futuro – ha sottolineato Giuseppe Conte commentando l’ipotesi di attivazione di ulteriori inceneritori a Terni – dobbiamo continuare a lavorare per limitare il consumo di suolo, per l’energia pulita e per fonti rinnovabili: dobbiamo investire in modo consapevole in questa direzione e in modo intelligente. Non è intelligente pensare di installare impianti obsoleti che causano solo inquinamento. Il tema ambientale non riguarda soltanto la campagna elettorale, ma il benessere di tutti i cittadini e dovrebbe essere il teme sul quale tutte le forse democratiche devono trovarsi. Siamo qui per manifestare tutto il nostro dissenso di fronte alla possibilità di attivare nuovi impianti di incenerimento a Terni, non è questa la direzione per fare il benessere di questa città che significa salute per i cittadini e benessere integrale psicofisico, anche per gli animali”.
Una delegazione del Comitato Prisciano-Terni-Est ha consegnato a Giuseppe Conte un simbolico barattolo contenente le polveri di Prisciano, le scorie derivanti dalla lavorazione di Arvedi Ast che stanno causando gravi disagi per i cittadini della zona Est della città in particolare, ma per tutti i cittadini ternani in generale. Sull’etichetta del barattolo le concentrazioni di nichel, arsenico, cadmio, valori che hanno impressionato l’ex premier.
A poche ore dall’elezione di Trump come presidente degli Stati Uniti si è già registrato un ‘primo caso’ diplomatico tra Italia e Usa, nello specifico sollevato da Elon Musk, il magnate che ha accompagnato e sostenuto Trump nella sua scalata alla Casa Bianca. Musk, tramite un tweet, ha criticato il sistema democratico italiano in relazione alla decisione della sezione immigrazione del tribunale di Roma che ha annullato i trattenimenti dei migranti trasferiti in Albania. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha prontamente replicato: “L’Italia sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione”. Elon Musk ha alzato il tiro rispondendo al Presidente: “Il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni?”. In Italia a prendere posizione sono stati Matteo Salvini che ha scritto: “Elon Musk ha ragione. Questi giudici se ne devono andare” e Giuseppe Conte, che da Terni tuona: “Musk non conosce neanche l’abc dei sistemi parlamentari democratici. Siamo di fronte a un signore che ha uno strapotere economico e finanziario, un posto di rilievo in vari ambiti e nella nuova amministrazione Trump degli Stati Uniti: signori io sono preoccupatissimo per la nostra democrazia. Gli Stati Uniti dovrebbero porsi un problema serissimo come lo stiamo ponendo noi del M5S in Italia di conflitto di interessi”.