Ammonta a quasi 10mila euro la consulenza esterna chiesta dal Comune di Perugia per i lavori di ristrutturazione dell‘ex convento di Monteluce. Una struttura destinata ad ospitare uffici comunali, per la quale è stato deciso stabilito il finanziamento della stessa consulenza tramite una determina del 27 luglio scorso. I lavori verranno affidati allo studio tecnico professionale Centro rilievi di Zannamian e Capezzoli snc. L’importo, per la precisione, è di 9.863 euro, dei quali 7.700 per competenze, e il resto per contributi previdenziali. Come per le altre consulenze assegnate negli ultimi mesi da Palazzo dei Priori, anche in questo caso la chiamata ad un’azienda esterna si è resa necessaria, in base alla determina, per il “rilievo del fabbricato e restituzione grafica (piante, prospetti e sezioni in formato cad) e il rilievo planimetrico con idonea strumentazione per inquadramento topografico e restituzione grafica in formato” del convento situato all’interno dell’ex policlinico Santa Maria della Misericordia, a Monteluce. Un’operazione, quella della riqualificazione, che ha una previsione di spesa di 4milioni di euro. E sempre secondo la determina, il dirigente Franco Becchetti avrebbe contattato gli uffici specifici, ma all’interno di Palazzo dei Priori non ci sarebbe personale adatto utile ad assolvere alla funzione, in particolare per l’engineering e la sicurezza sul lavoro.
E intanto, a proposito di mercato coperto e consulenze esterne, il gruppo comunale del Partito Democratico di Perugia ha deciso di intervenire, tramite la Commissione Controllo e Garanzia di Palazzo dei Priori per vederci chiaro sui quei 37mila euro utili alla rifunzionalizzazione del sito, in base a quanto deciso da un determina del 28 aprile scorso.
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Ciò che i consiglieri vogliono verificare è “la legittimità dell’affidamento dell’ incarico professionale ad uno studio esterno rispetto all’ente, anche alla luce delle dichiarazioni a mezzo stampa e stenografate nei verbali di Consiglio e Commissione del progetto a costo zero per il Comune di Perugia. In secondo luogo, per verificare la necessità di tale affidamento, alla luce delle professionalità e delle competenze già presenti tra i dipendenti del Comune di Perugia”. La rifunzionalizzazione del Nuovo Mercato Coperto” prevede un importo complessivo di € 6.300.000,00, che risulta finanziato per € 4.850.000,00 dalla Regione dell’Umbria e per € 1.300.000,00 tramite contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia. Poi l’arrivo della consulenza affidata allo studio tecnico professionale di ingegneria PAN, utile a svolgere il servizio tecnico per l’effettuazione di Progettazione definitiva: “rilievi dei manufatti ed Elaborati grafici e per Progettazione definitiva: Computo metrico estimativo, Elenco prezzi e eventuali analisi, quadro economico per un costo complessivo per l’ente di €.37.804,77”.
Nella discussione in commissione è intervenuto l’assessore competente Michele Fioroni, che ha voluto precisare “un’inesattezza di fondo importante, ovvero come non di consulenza si tratti, ma di incarico tecnico, con le relative conseguenze in bilancio, dal momento che –come ha sottolineato anche il Vicesegretario generale Lura Cesarini- le consulenze sono finanziate come spese di parte corrente del bilancio, mentre gli incarichi tecnici rientrano nel finanziamento del progetto, quali spese di investimento. La prima, è stato ulteriormente specificato, rientrerebbe nell’ambito del D. Lgs. 165/2001, mentre il secondo attiene al dettame del D.Lgs 163 e al regolamento comunale per i servizi in economia. Pertanto –ha precisato l’Assessore Fioroni- non vi sono spese aggiuntive per l’ente, ma si tratta di un costo già previsto nell’ambito del finanziamento del progetto stesso”.
L’assessore è quindi entrato nel dettaglio delle modalità di lavoro, precisando che la giunta ha rimodulato una serie di investimenti importanti per cui si è concentrata una massa critica di investimenti in poco tempo. Tutti investimenti che, in passato, erano rimasti lettera morta, come il Mercato coperto ma anche San Francesco al Prato, per i quali si deve indire il bando entro la fine del 2015 per poterli rendicontare entro il 2017. “L’amministrazione peraltro – ha aggiunto – è intervenuta anche sulle modalità di lavoro, riducendo al minimo gli incarichi esterni e dando mandato agli uffici di gestire le attività internamente, ma, in questo caso specifico, dati i tempi strettissimi, il personale del comune si è trovato a lavorare sotto pressione, con la necessità di chiudere i progetti e indire i bandi quanto prima. Per questo si è reso necessario il ricorso alla consulenza esterna, peraltro del tutto legittima e con una spesa irrisoria rispetto all’ammontare complessivo del progetto che è di 550mila euro. Le linee guida iniziali di una maggiore collaborazione tra gli uffici e la politica e di una maggiore razionalizzazione ritengo –ha concluso Fioroni- che siano state rispettate. Se corto circuito comunicazionale c’è stato il perché deve ricercarsi nella concitazione del momento e nell’abitudine, ma è stato utile a ritrovare la dialettica”.
A rinforzo di quanto dichiarato dall’assessore, spuntano anche le dichiarazioni del dirigente del responsabile del progetto, Dottor Becchetti: “le osservazioni della Soprintendenza, hanno richiesto un lavoro particolare da parte degli uffici che – ha precisato – hanno rinviato le ferie e hanno lavorato con ore di straordinario non retribuito con spirito di sacrifico e grande senso di responsabilità. Con questi motivi si è ritenuto necessario l’incarico che si è provveduto ad affidare nel pieno rispetto della normativa nazionale e comunale, nei pieni requisiti previsti dalla legge, ovvero la ristrettezza dei tempi, la rilevanza progettuale, la mancanza di competenze interne che, in questo caso specifico ha sottolineato Becchetti, c’erano in altre Unità operative ma erano impegnate in altri lavori e impossibilitati a rendersi disponibili nel breve periodo“.
L’incarico, in base a quanto dichiarato in Commissione, è stato, quindi, affidato sulla base dell’elenco comunale dei professionisti.
Nel dibattito sono poi intervenuti nuovamente i consiglieri PD Bori e Bistocchi per sottolineare che “4 consulenze in 4 mesi non sono poca cosa – sono le parole di Bori – e che se non c’è niente di aprioristico contro gli affidamenti esterni, tuttavia non deve diventare un’abitudine con la scusa che non c’è il personale”. Su questo tema è intervenuto anche il consigliere dei Socialisti Riformisti Nilo Arcudi, che ha sottolineato come in passato lo stesso personale gestiva progetti per 40 milioni di euro e non 5 o 6. Arcudi ha anche ricordato che l’attuale amministrazione sta realizzando progetti avviati dalla passata amministrazione, “con fondi che provengono dalla Regione, in un’ottica di continuità con il passato”.
L’Assessore Fioroni ha concluso dicendo che i progetti erano fermi e che, per non perdere i finanziamenti, l’attuale amministrazione si è trovata a dover chiudere in tempi molto brevi, reperendo le cifre necessarie. Cosa che, peraltro, è stata fatto con una proficua collaborazione con la Regione dell’Umbria in un’ottica che esula dalla colorazione politica. “Altri incarichi verranno dati nel breve periodo – ha annunciato Fioroni – perché i problemi dell’urgenza e dello stess progettuale permangono. Ma voglio sottolineare che non sono spese ulteriori per l’ente e che la collaborazione con la Regione come intermediario per i fondi comunitari è proficua e nell’interesse della regione stessa. Bisogna finirla – ha concluso – con la logica delle bandierine.”
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