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Consorzio Tns, spettro ripercussioni per il Comune | 4 spoletini nel mirino

È una fine ingloriosa quella che del Consorzio delle aree industriali Terni Narni Spoleto (Tns), costituito nel 1997 con come soci i Comuni appunto di Terni, Narni, Spoleto e Sviluppumbria. Un ente messo in liquidazione nel 2003 dopo che la Regione ha previsto la ricollocazione delle attività consortili in Sviluppumbria e che ora crea spettri nei tre Municipi, che rischiano di dover sborsare ingenti quantità di denaro. Un rischio che l’amministrazione comunale di Spoleto vorrebbe e sta cercando di evitare in ogni modo.

La questione è stata affrontata ieri pomeriggio durante la Commissione controllo e garanzia del Comune di Spoleto, guidata da Stefano Lisci. Una seduta che è stata richiesta da alcuni consiglieri comunali su stimolo di Alessandro Cretoni, che un mese fa sul Consorzio Tns aveva presentato una interpellanza, che verteva sulla “intimazione ai 27 ex amministratori da parte di Sviluppumbria di provvedere al pagamento immediato della somma di € 9.700.000,00 oltre interessi dovuti”. Sì perché nei confronti degli ex amministratori e revisori dei conti del consorzio è stata avviata una azione di tipo risarcitorio. Non ancora una vera e propria azione di responsabilità, ma una intimazione a pagare in solido il maxi risarcimento. Tra questi ci sono anche 4 spoletini.

Il punto della situazione, quindi, è stato fatto dall’assessore Angelo Loretoni, dal dirigente finanziario Claudio Gori, dal funzionario comunale Ivo Palmieri e dall’avvocato del Comune Giulio Massi. Ai consiglieri è stata anche consegnata una relazione sulla situazione finanziaria del Consorzio Tns, ma anche sui rischi per l’ente locale di dover intervenire in prima persona per ripianare la pesante situazione debitoria della struttura in liquidazione. Sì perché all’inizio 2014 si parlava di un passivo di 1,1 milioni, ma di un patrimonio netto di circa 11,3, ma quattro mesi dopo la situazione emersa era ben diversa: un indebitamento bancario di 17,5 milioni, oltre a 5,2 milioni di debiti non bancari (tra cui quelli relativi all’Ici verso i tre comuni soci) e vari contenziosi a cui far fronte. Il passivo, insomma, è di 19,8 milioni, con un patrimonio netto che passa a meno 8,5 circa.

Tra le ipotesi avanzate dai liquidatori c’è quella di far ripianare le perdite ai soci, quindi anche al Comune di Spoleto. Che però ha fatto mettere nero su bianco la sua indisponibilità su questo. Il rischio però di dover sborsare alcune centinaia di migliaia di euro c’è. Per lo meno per quanto riguarda i contenziosi esistenti con alcuni privati per l’area industriale “Flaminia”, a Fabbreria, da anni al centro delle polemiche perché mai utilizzata, realizzata senza sbocchi sulla superstrada e con vari difetti. Il Comune, infatti, qualora non fosse il Consorzio a pagare gli espropri, sembra debba risponderne in solido. Oltre a questo ci sono i crediti dell’ente locale per l’Ici sui terreni, circa 200mila euro, che dovrebbero però rientrare stante la richiesta di rateizzazione concessa al Consorzio.

Molto dipenderà dall’azione di responsabilità avviata nei confronti di quasi 30 ex amministratori e revisori, che nel corso degli anni non avrebbero vigilato come dovuto per evitare una situazione catastrofica come quella che ora ci si trova ad affrontare. Tra i 27, è emerso ieri pomeriggio, ci sono anche gli spoletini Giampiero Calabresi, Enrico D’Agata, Franco Di Marco e Alessandro Laureti. Dopo Spoleto, la questione approderà oggi in Regione: il Comitato per il monitoraggio e la vigilanza sull’amministrazione regionale dell’Assemblea legislativa si riunirà infatti, convocato dal presidente Raffaele Nevi, per analizzare la situazione, alla presenza dei liquidatori del Consorzio Tns.

(modificato alle 10.40 del 12 maggio 2016)