Giuliano Rossi (Pd) ha presentato un ordine del giorno sulla riforma delle Comunità montane nel quale propone al Consiglio provinciale di dare mandato al presidente della Provincia “ad adoperarsi nei confronti della Regione, affinché la giunta regionale avvii un dialogo con le Province umbre, i Comuni e gli altri soggetti interessati, per migliorare la proposta di riforma, tenendo conto delle esigenze in termini di ripartizione delle competenze e di autonomia dei Comuni nella scelta di costituzione delle unioni territoriali”. Nell'odg si chiede inoltre di “attivarsi affinché venga fissata una riunione congiunta dei due Consigli provinciali per definire un documento comune per le linee guida da tenere nel rapporto con la Regione”. Sullo stesso argomento hanno presentato una mozione anche Mauro Paci, Gabriella Tassi, Carlo Ottone, Stefano Garillo del Pd, Massimo d'Antonio (Udc) e Marco Rosati (Prc) chiedendo l'apertura di un confronto sulla riforma subregionale “che ha bisogno – scrivono i firmatari – di essere verificata alla luce di ruoli, funzioni, deleghe da attribuire a Province e Comuni”. Ancora sulle Comunità montane il Consiglio provinciale ha avviato ieri la discussione della mozione presentata da Rosati (Prc) e Zefferino Cerquaglia (Psi) i quali hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “Le Province devono assumere un ruolo in quanto il disegno di legge della Regione produrrebbe disagio politico e istituzionale poiché centralizzerebbe compiti e iniziative politiche solo sulla giunta regionale a discapito degli enti elettivi. Il disegno di legge regionale prevede associazioni di Comuni come organismi che avranno però scarsa efficacia, in quanto creati dall'alto e attivi solo con procedure macchinose”. Manuela Beltrame (Pdl) ha presentato un’interrogazione sui cosi relativi al mancato ritiro delle risposte degli esami clinici strumentali. Eccone un estratto: “Sarebbero circa 5.000 i referti non ritirati soprattutto per la risonanza magnetica. Una cifra da cui si potrebbe desumere che molti di essi non erano urgenti, né tanto meno indispensabili. Premesso che tali notizie sono state attinte da fonti di stampa, si chiede quale manovra intenda effettuare la direzione ospedaliera per recuperare le somme dovute dagli utenti e se soprattutto in futuro l’azienda potrà garantire l’accesso a tali strutture diagnostiche ai pazienti che hanno necessitò reali”.
Mauro Paci, Gabriella Tassi, Carlo Ottone, Stefano Garillo del Pd, Massimo d’Antonio (Udc) e Marco Rosati (Prc) hanno presentato tre mozioni. La prima sul piano regionale dei rifiuti chiedendo in una mozione “un coordinamento dei Comuni per definire un atteggiamento univoco da tenere sul piano regionale dei rifiuti. Il procedere confuso – affermano – provoca il distacco dei Comuni da questa problematica rendendo la soluzione non più prorogabile”. La seconda mozione riguarda la multiutility provinciale. “La Provincia – sostengono i sottoscrittori – ha avuto un ruolo guida nella progettazione della società che è ancora attuale ma che è caduta nel dimenticatoio. Questo pone un problema di grande attualità nell’ottica della semplificazione societaria, nell’attenzione massima per impedire atteggiamenti privatistici speculatori e il rischio di infiltrazioni malavitose”. Nella mozione si chiede quindi di “aprire una discussione riprendendo una collaborazione con i Comuni che nella prima fase era stata fondamentale”. La terza mozione riguarda il Parco del Nera. La sua approvazione secondo i firmatari non è più rinviabile. “Si sollecita l’intervento urgente presso la giunta regionale per chiedere la riattivazione dell’iter che in maniera incomprensibile si trascina da troppi anni impedendo una programmazione ittico-faunistica, paesaggistica, sportiva e turistica che rappresenta il vero asse di sviluppo del territorio”