Categorie: Politica Spoleto

CONSIGLIO COMUNALE, PIANO COLORE ARREDO URBANO E DEHORS NELLA MOZIONE APPROVATA DI S5S

Lo scorso 3 marzo 2011, il Consiglio comunale di Spoleto, dopo circa un anno e mezzo di attesa, ha votato e approvato con 20 voti favorevoli l'ordine del giorno presentato dalla Lista Civica Spoleto a 5 Stelle (tutti i 12 consiglieri di minoranza e 3 della maggioranza: Tosti, Pompili e De Angelis, n.d.r.) sul “Piano del colore e dell'arredo urbano / Regolamento per la disciplina dell'occupazione temporanea del suolo pubblico. (clicca qui)

La mozione è stata correlata da allegati ed elaborati molto precisi e concreti: Il Piano Colore e Arredo Urbano Comune di Melpignano (LE), uno dei comuni virtuosi di Italia, ed il Regolamento cd. “dehors” Comune di Bologna. I Dehors sono le pedane, i gazebo, ovvero gli elementi mobili e smontabili all'aperto di ristoranti, bar, caffè, pizzerie, etc.

“L'Amministrazione Comunale di Spoleto, quale città storica e d'arte, dovrebbe riservare notevole attenzione verso l'ambiente ed il paesaggio- afferma S5S- ed, in particolare, verso la tutela e la conservazione del centro storico e di tutto l'abitato circostante.

 In quest' ottica un 'Piano del Colore e dell'Arredo Urbano' rappresenta uno strumento operativo per monitorare e controllare le azioni sul costruito del territorio ed includere al suo interno le indicazioni relative al decoro urbano della città.

Dotarsi di uno strumento, urbanistico e progettuale insieme, come il piano del colore significa, la possibilità di ripristinare il carattere storico e culturale della città stessa, e di progettarne la conservazione.
Ciò, come sottolineato nel corso della discussione, non riservando l'incarico solo ad un professionista esterno, ma coinvolgendo i cittadini, esperti o appassionati, istituendo una commissione di esperti anche composta di semplici cittadini: professori di storia dell'arte, rappresentanti delle istituzioni culturali e cittadine (es. Amici di Spoleto, Spoletium, etc. etc.), imprese artigiane storiche.”

“Nell'edizione Panetto e Petrelli del 1963, di 'Spoleto in pietre' – conclude il Movimento- Bruno Toscano scriveva: 'Per l'uomo medioevale l'intera città, che egli venendo al mondo ha trovato costruita a sua immagine e misura, è infatti anch'essa natura; a suo perfetto agio, egli sente le case, le strade non come accidenti in cui la natura si inibisce e si mortifica ma come altri aspetti di essa. (…) La fonte più abbondante di osservazioni è lo statuto del 1296. Da esso ricaviamo l'esistenza dei partiserii, geometri al servizio del Comune, e del viarius, notaio forestiero che sovrintendeva alla conservazione delle vie urbane e vicinali, cui si affiancavano boni homines che dovevano preoccuparsi delle degna presentazione della città in ogni suo aspetto. Lo statuto contemplava anche un rigido controllo di questi uffici e, per evitare sorprese, non tralasciava neanche di tener d'occhio gli alti ufficiali: ai partiserii, sottoposti a giuramento, erano comminate forti multe in caso di negligenza o fraudolenza, al podestà, ai suoi ufficiali e al camerario era vietato modificare in alcunché lo stato del palazzo comunale. (…)”

E, purtroppo, poi scrive: “rintocca anche per Spoleto l'era prima di un'epoca nuova, quella della totale incomprensione della città per sé stessa: si è chiusa l'era della conservazione, incomincia quella della distruzione”.