Ancora veleni e veti incrociati in Consiglio comunale, sempre più alle prese con una crisi surreale dove la Giunta, pur cosciente di non avere più numeri, ripresenta le pratiche già bocciate, come per le aziende partecipate del comune, sperando di ottenere il voto favorevole. Come poi è avvenuto, con una stampellina regalata dalla consigliera Morelli.
Ma andiamo con ordine.
L’assise era principalmente convocata per approvare il Piano regolatore generale parte strutturale che è passata con appena 6 voti favorevoli e 7 astenuti.
Una votazione che ha dovuto tenere delle tante incompatibilità di consiglieri comunali che erano direttamente o indirettamente interessati a pratiche inserite nel Prg.
Il problema è che fino a questo momento le votazioni erano state fatte per zone e, ad ogni zona, dove vi era un interesse diretto, il consigliere di riferimento si asteneva dal votare.
Chiaro che votare il Prg nel suo insieme ha costretto molti (Fagotto Fiorentini, Laureti, Polinori, Profili, etc) a non partecipare al voto.
Grazie ad una inversione dei punti all’ordine del giorno chiesto dalla Renzi, pare su invito del Presidente del consiglio comunale Sandro Cretoni, si è passati a parlare delle società partecipate dal comune (Ase, Vus, etc.), pratica già bocciata lo scorso 20 dicembre e che doveva essere perentoriamente riportata al voto entro il 31 dicembre.
Non sono mancati momenti di tensione, specie per l’atteggiamento del Comune che ha più volte insistito nella necessità di approvare la pratica.
Al moment del voto, con l’asticella del quorum fissata a 10, i 9 rimasti fedeli al sindaco, con l’opposizione che ha lasciato i lavori, hanno trovato sponda nella consigliera forzista Marina Morelli che è rimasta “in aula’ pur astenendosi dal voto.
Finisce così un’altra assemblea ad altra tensione.
Ora comincia il count down in vista del 11 febbraio quando il Consiglio sarà convocato per discutere la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco firmata da 10 consiglieri.
Un documento che nelle prossime ore potrebbe trovare il deposito di una analoga mozione proposta dal piddì, partito che preferirebbe evitare le elezioni maggio sperando in quelle di ottobre.
Trattative tra i due schieramenti sarebbero in corso, forse per trovare una sintesi comune.
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