Consiglio aperto a palazzo dei Priori, la parola all'Ateneo - Tuttoggi.info

Consiglio aperto a palazzo dei Priori, la parola all’Ateneo

Cristiana Mapelli

Consiglio aperto a palazzo dei Priori, la parola all’Ateneo

All'evento parteciperanno i rappresentanti dei dipartimenti dell'Università | Pd e socialisti chiedono un incontro pubblico per affrontare il tema della riforma costituzionale
Ven, 03/06/2016 - 15:51

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Un consiglio aperto a palazzo dei Priori, per dare voce ai rappresentanti dell’Ateneo della città. Si terrà lunedì 6 giugno, a partire dalle ore 15, presso la sala del Consiglio comunale, la seduta del Consiglio “aperto” sul tema: “Ambiente/Smart Community: l’Università comunica progetti e ricerche al Comune di Perugia”. Partecipano all’evento rappresentanti di tutti i dipartimenti dell’ateneo. Questi gli interventi previsti: Franco Moriconi (Rettore Università di Perugia), Giovanni Paciullo (Rettore Università per Stranieri), Giuseppe Liotta (Ingegneria); Piero Ceccarelli (Veterinaria), Stefano Cianetti (Scienze chirurgiche e biomediche); Floriana Falcinelli (Filosofia); Fabio Fatichenti (Lettere); Annibale Materazzi (Ingegneria civile ed ambientale); Livia Mercati (Giurisprudenza), Giacomo Muzi (Medicina); Benedetto Natalini (Scienze Farmaceutiche); Mauro Pagliacci (Economia); Caterina Petrillo (Fisica e Geologia); Giuseppe Saccomandi (Ingegneria); Vincenzo Talesa (Medicina Sperimentale), Francesco Tarantelli (Chimica e biologia); Francesco Tei (Agraria); Manuel Vaquero (Scienze politiche); Giancluca Vinti (Matematica ed informatica).

La proposta di Pd e Socialisti. Ma i consiglieri di opposizione hanno chiesto un altro consiglio aperto. Questa mattina i consiglieri dei gruppi Pd e Socialisti Riformisti hanno presentato al presidente del consiglio comunale e al sindaco di Perugia una richiesta formale affinché nelle prossime settimane venga convocato un consiglio comunale aperto per affrontare in maniera partecipata e costruttiva il tema della riforma costituzionale che sarà oggetto di referendum nel prossimo ottobre.

I consiglieri nel documento affermano che “La necessità di rivedere la carta costituzionale, non è una novità nel dibattito politico, ma anzi lo ha caratterizzato negli ultimi venti anni; le varie forze politiche che in questa seconda Repubblica si sono succedute alla guida del Paese, hanno a più riprese provato a modificare la Costituzione portando alla luce due riforme, una approvata con il referendum del 2001 ed un’altra invece bocciata con il referendum del 2006″ “Senza la pretesa di essere esaustivi, vale però la pena ricordare i principali punti oggetto della riforma costituzionale; cambia innanzitutto il rapporto di fiducia tra le Camere e il Governo superando il sistema del Bicameralismo perfetto: viene semplificato il procedimento legislativo, cambia la composizione e le funzioni del Senato, e viene rivisto il rapporto tra Stato e Regioni”.

Oltre alla riduzione del numero complessivo dei Senatori, continua la nota dell’opposizione, si passerà dai 315 attuali ai 100 Senatori, questo ramo del parlamento non sarà più eletto a suffragio universale e diretto, ma sarà espressione dei Consigli Regionali e dei Comuni d’Italia (per l’Umbria ne faranno parte un Consigliere Regionale ed un Sindaco), diventando così una nuova Camera delle Istituzioni Territoriali. Il nuovo Senato sarà così composto: 74 saranno consiglieri regionali eletti dai Consigli regionali di appartenenza, in conformità alle scelte espresse dagli elettori in sede di elezione degli stessi; 21 saranno sindaci eletti dai Consigli regionali, nella misura di uno per ciascuno, fra tutti i sindaci dei comuni della Regione; 5 nominati dal Presidente della Repubblica tra i cittadini per altissimi meriti specifici e durano in carica 7 anni. Ne consegue che un Sindaco umbro sarà non il Senatore di solo di questo o quel Partito, ma sarà l’espressione del municipalismo regionale”. Insomma, l’obiettivo è quello di sviluppare una discussione su un tema così importante per il nostro paese, evitando che ci si divida tra renziani e non renziani; il referendum e la discussione su questo, non debbono essere il giudizio sull’operato del Governo, ma dovrà essere qualcosa di più, dovrà essere un voto sul funzionamento delle istituzioni del nostro Paese e una discussione sulla nostra cultura costituzionale.

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