Perugia

Consigli di quartiere Pd: voto agli over 16 e agli extracomunitari residenti da almeno 5 anni

E’ dalla partecipazione che parte la corsa del Pd di Perugia per le prossime amministrative, quelle con le quali i dem confidano di tornare a Palazzo dei Priori dal portone principale. Per questo si punta sui consigli di quartiere, elemento di collegamento tra la popolazione e l’Amministrazione.

“Si tratta di un primo passaggio – ha sottolineato il segretario Sauro Cristofani – che risponde alla volontà del Partito Democratico di riconquistare la città non in virtù di somme algebriche ma sulla base di un progetto chiaro, condiviso e portatore di una visione alternativa a quella delle destre. Partiamo dalla partecipazione, dunque, che troppo spesso, in questi anni, è stata relegata ai rapporti interpersonali. Noi crediamo, invece, che il cittadino deve essere attore del suo contesto non solo nell’urna; deve avere la possibilità e gli strumenti di intervenire concretamente per dare il suo contributo allo sviluppo della città e del territorio. Questo è un tema su cui è netto il discrimine che divide la visione del modo di governare delle destre e la nostra”.

“Il documento – ha spiegato Cristofani – dettagliato e concreto, risponde alla volontà non di enunciare un auspicio ma di proporre un cambiamento, a partire dall’idea che Perugia deve riscoprire la sua capacità di elaborazione. Ai consigli di quartiere consegniamo ruoli e funzioni innovativi, con un occhio alle esigenze della città. Non devono essere luoghi di ratifica ma di proposta, in cui cittadini e amministrazione possono trovare un punto di incontro fattivo, che non assorbe soltanto”. I consigli immaginati dal Pd saranno in parte elettivi e in parte non elettivi”.

“La società è cambiata – ha detto Cristofani. Un associazionismo diffuso, presente sul territorio, e la natura dei partiti che non possono, da soli, interpretare tutto quello che si muove nel territorio, richiedono un radicale cambio di prospettiva”. E allora, i consiglieri eletti lo saranno su base di autocandidature, ovviamente sostenute da un adeguato numero di firme, e non in liste di partito. Questo “per sbloccare e moltiplicare il più possibile le risorse dei cittadini che pongono la loro disponibilità a interpretare istanze e soluzioni”.

Ad affiancare gli eletti ci saranno, per un terzo dei componenti, rappresentanti scelti dalle realtà associative rappresentative del territorio. Il numero dei consigli andrà da 8 a 10 e saranno omogenei per numero di componenti. Avranno diritto di voto i minorenni a partire da 16 anni e gli extracomunitari residenti da più di 5 anni. Ci sarà la possibilità del voto on line, perché “dobbiamo essere in grado di convogliare al meglio le nuove tecnologie a disposizione”.

“Il documento – ha aggiunto Cristofani insieme a Francesco Balducci (presenti anche Francesca Pasquino e Lorenzo Ermenegildi Zurlo – è il frutto di una discussione partecipata negli organismi e condivisa con le forze della coalizione e con i circoli territoriali. Un lavoro intenso, collegiale, proficuo che sarà consegnato nelle mani del candidato sindaco e portato in partecipazione con i cittadini”. E questo segna una profonda diversità anche nel metodo: “Si parte dalle idee, si condividono”. Prossime priorità: come muoversi a Perugia e l’accesso ai servizi. “Altre città simili – ha ricordato il segretario – per estensione e numero di abitanti hanno fatto, negli anni, percorsi di partecipazione. E’ Perugia che non è in linea con il resto del Paese, E’ Perugia che ha perso il contatto con le innovazioni della rappresentanza e con la società, è rimasta al palo. E noi vogliamo coprire questa carenza per ridare ai cittadini un nuovo protagonismo”.

E i costi? Quelle dei consiglieri, secondo la proposta del Pd, saranno prestazioni gratuite. Sedi e figure fisiche andranno reperite tra le disponibilità dell’amministrazione. Unica voce le elezioni, che non possono essere svolte in concomitanza con quelle comunali.