L'ipotesi di regolamentare in Umbria le discipline bionaturali, praticate nei centri benessere, di inquadrare professioni nuove come quella del naturopata, anche per evitare seri rischi alla salute dei cittadini, trova un consenso bipartisan e praticamente unanime in Consiglio regionale; ma anche la consapevolezza di varare una legge ad alto rischio di incostituzionalità.E' quanto è emerso ieri nei lavori della terza Commissione affari sociali, presieduta da Enzo Ronca che ha dedicato l'intera seduta ad esaminare il disegno di legge “Discipline del benessere e bionaturali” decidendo, alla unanimità e su proposta dello stesso Ronca, di rinviare ogni scelta alla prossima settimana per capire meglio se sul testo, eventualmente approvato dal Consiglio, il Governo potrà sollevare problemi di incostituzionalità. Nonostante tre Regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Toscana) siano riuscite ad evitare il veto sulle proprie leggi, molto simili a quella umbra, non sono sfuggiti al vaglio nazionale i testi similari approvati da altre Regioni. E una Sentenza, recentissima della Corte, relativa al Piemonte evidenzia la mancanza di competenza delle Regioni, in particolare a riconoscere professioni nuove, non ancora disciplinate da norme nazionali. Tre le ipotesi emerse per sboccare l'empasse: votare il testo in Consiglio, accompagnandolo con una proposta da affidare all'iter parlamentare; impegnare la Giunta con un ordine del Consiglio da portare al tavolo della Conferenza Stato-Regioni; votare comunque il disegno di legge fidando sul fatto che il suo iter possa risultare indenne, così come già avvenuto per le tre Regioni che hanno una legge operativa. In attesa di una decisione che verrà presa giovedì 5 giugno, i tre sottoscrittori delle proposte diventate in Commissione in un unico testo, non hanno mancato di ribadire la volontà di andare avanti aggirando eventuali ostacoli. Per Oliviero Dottorini (Verdi e civici), intervenuto al lavori della terza Commissione, “il rischio incostituzionalità pesa come un macigno, ma la necessità di far ordine nel settore delle discipline bionaturali resta urgente per distinguere le attività serie praticate in Umbria rispetto a quelle improvvisate”. Per Pavilio Lupini (Prc), “è da sostenere la via del doppio binario: voto in aula confidando sul fatto che la legge è praticamente identica a quella toscana, proposta di iniziativa parlamentare per suggerire l'approvazione una legge nazionale che oggi manca”. Per Aldo Tracchegiani (La Destra), “si tratta di una prima legge che non entra in conflitto con altre norme nazionali, nemmeno con la figura del naturopata che in Inghilterra ha addirittura il potere di certificare alcune malattie”. All'incontro è intervenuta anche l'assessore regionale alla istruzione, Maria Prodi che ha evidenziato rischi cui la normativa andrebbe incontro in assenza di un riferimento nazionale e che, se approvata, investirebbe la Regione nella formazione dei futuri operatori.