Cronaca

Consegnata a Re Abdullah II Ibn Al Hussein la Lampada della Pace 2019 “Le affidiamo il sogno della fraternità universale”

“La parola ha un potere benefico che crea ponti, crea un’esperienza autentica di dialogo, una prossimità in grado di reindirizzare le vite, superare le differenze, puntare alla profondità dei sogni comuni, per promuovere la pace e la comunione“. Così Padre Mauro Gambetti ha aperto la cerimonia di consegna della Lampada della Pace al Re Abdullah II Ibn Al Hussein, fortemente incentrata sulla visita di 800 anni fa fatta da San Francesco al Sultano Mailk al-Kāmil.

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Ad ottocento anni di distanza da quell’episodio, noi abbiamo chiesto al Re Abdullah II Ibn Al Hussein, membro degli Hashemiti, la famiglia reale di Giordania più antica del mondo islamico, di accettare un nostro riconoscimento. Come nel 1219 si trovarono di fronte due uomini molto diversi, ma tanto prossimi, così crediamo accada oggi in questo nostro incontro”, le parole di Gambetti, che ha ricordato “l’impegno di Sua Maestà nella promozione dei diritti umani e dell’armonia interreligiosa, si adopera per la riforma dell’istruzione e per la tutela della libertà di culto, ed è impegnata strenuamente per offrire un rifugio sicuro a milioni di profughi. Grazie Maestà! Grazie Giordania! Ci sentiamo onorati di accogliere Lei e la Regina di Giordania nella casa di frate Francesco ed affidare a Vostra Maestà la ‘Lampada della Pace'”.


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Impegno per l’unità nel mondo islamico

“Sappiamo che Lei – ha detto Gambetti – ha lavorato per la tolleranza e l’unità nel mondo islamico segnato da differenti correnti teologiche ed ha chiarito che essere musulmani significa innanzitutto mettere in pratica quanto è scritto nel Corano: ‘Nessuno ha fede fino a quando non ama per il suo prossimo ciò che ama per se stesso’. (…) “Grazie anche – ha aggiunto Gambetti – per la proposta di cooperazione contro il male basata sui comandamenti dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo. Grazie per aver cercato fin dal 2007 ‘Una parola comune tra noi e voi’. È quanto hanno promosso di recente Sua Santità Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, sottoscrivendo il documento sulla ‘Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune’. Grazie, poi, per aver sottolineato l’imperativo morale di promuovere e comprendere i valori di pace insiti in tutte le religioni ed aver portato all’attenzione dei rappresentanti delle Nazioni Unite la necessità che tutte le persone di buona volontà, con o senza fede, collaborino per diffondere la convivenza pacifica e l’armonia per Amore del Bene e per Amore del prossimo. Dio Vi benedica! Grazie, infine, per la cura dei siti sacri, musulmani e cristiani”.

“Due anni fa – ha ricordato Gambetti – consegnammo la ‘Lampada della pace’ all’allora Presidente Santos, esprimendo l’augurio che la Colombia potesse costruire una pace stabile, fondata sull’Amore reciproco vissuto con mitezza e umiltà di cuore, capace di perdonare le colpe gli uni degli altri. Lo scorso anno dando la Lampada alla Cancelliera Merkel, auspicammo la costruzione di un’Europa unita e plurale; e ancora oggi siamo convinti che il nostro continente non possa abdicare a questa sua vocazione e cedere ad illusorie quanto malsane aspirazioni sovraniste. Quest’anno, nell’offrire a Lei la ‘Lampada della Pace’, vorremmo perpetuare la memoria degli incontri benefici e luminosi avvenuti nella storia dell’umanità e rendere visibile l’azione amorosa che il nostro Dio, il Misericordioso e il Sommo Bene, continua ad operare. Per questo, affidiamo anche a Lei il sogno della fraternità universale che, assieme ai nostri illustri ospiti, Le chiediamo di promuovere ancora presso le Nazioni Unite”.

Merkel: “C’è bisogno di prestare ascolto all’altro e rispetto reciproco”

Quindi il discorso della cancelliera tedesca Angela Merkel: “Padre custode, Eminenze, Vostra Maestà Abdullah e Regina Rania, caro Giuseppe Conte, signor presidente Tajani, eccellenze e signori tutti, siamo in luogo simbolo che emana la pace. Durante la guerra fredda, Giovanni Paolo II ha invitato i rappresentati di pace. La Giordania non chiude gli occhi sulla crudeltà della guerra. Noi europei, anche in futuro, dobbiamo essere pronti a dare una mano. Otto secoli fa, San Francesco ruppe un tabù: si avvicinava ai lebbrosi stringendogli la mano. Noi, visti gli attentati terroristici, dobbiamo porci la domanda : ‘Come mai gli essere umani infliggono sofferenze agli esseri umani?’. Il dialogo religioso è irrinunciabile. Sappiamo quanto siano importanti le religioni per il singolo, ma c’è bisogno anche di prestare ascolto all’altro e di rispetto reciproco. Queste due cose si condizionano e rafforzano la convivenza reciproca. Lei, Sua Maestà, ha lanciato un segnale importante nel 2007, quando ha appoggiato la lettera inviata da decine di studiosi islamici ai cristiani. Nel 2010 ha proposto all’Onu l’istituzione di una settimana dell’armonia, che da allora viene celebrata ogni anno a febbraio. Lei dona speranza e si adopera per la pace, è un esempio e un modello. È – l’omaggio di Merkel – un vero ambasciatore della pace. Ci auguriamo che Israele e Palestina vivano in pace fianco a fianco. Per me – ha concluso la Cancelliera – è un grande onore passarle la Lampada”.

Il re di Giordania: “Ciò che favorisce la pace globale è il reciproco rispetto e la comprensione”

“La magnificenza di questa Basilica e la spiritualità del periodo di Quaresima, – ha esordito il re Abdullah II – mi portano a riflettere sull’importanza di questa occasione, che ci vede qui riuniti con spirito di pace e di speranza, e che sono onorato di poter condividere con voi”. Ha quindi voluto ricordare le vittime dell’attacco terroristico alle due moschee in Nuova Zelanda di due settimane fa, seguito da un minuto di silenzio per loro.

“Cari amici – ha poi detto il re di Giordania – è con spirito di umiltà che ricevo la “Lampada della Pace”, per conto di tutti quelli che si adoperano per costruire un futuro migliore e, in particolare, per il popolo giordano, musulmani e cristiani insieme, che sopporta enormi sacrifici per garantire un avvenire migliore a tutti. Padre Gambetti, ringrazio Lei e tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro ed esprimo il mio personale riconoscimento all’ordine dei Frati Francescani che, in diverse parti del mondo, da Assisi al Monte Nebo in Giordania e altrove, prestano diligentemente servizio. Desidero esprimere il mio più vivo e convinto apprezzamento al Primo Ministro Conte. L’Italia è un paese amico della Giordania e un importante alleato negli sforzi di pace, soprattutto nella mia regione. Rivolgo un ringraziamento speciale a Sua Eminenza, il Cardinale Bassetti, per l’impegno della Chiesa Cattolica al fianco dei musulmani nel dialogo interreligioso. Insieme, i fedeli delle nostre due religioni sono più della metà della popolazione del pianeta e non mai è stato più importante di adesso convivere in armonia”.

“Per me – ha spiegato – la “Lampada della Pace” di San Francesco è un simbolo di luce e di pace, che ci guida verso un avvenire migliore per tutti i popoli della terra, indipendentemente dal loro credo, paese e comunità. Tuttavia abbiamo il compito di tenere viva la sua fiamma perché ciò che favorisce la pace globale è il reciproco rispetto e la comprensione. Per questo motivo è un onore per me ricevere la “Lampada della Pace” da una persona che ha fatto tanto per promuovere il mutuo intendimento e il rispetto tra i popoli, la mia cara amica Cancelliera Markel. Solo unendo i nostri sforzi, l’umanità potrà affrontare le grandi sfide del momento, trovare soluzioni per le gravi crisi globali, proteggere l’ambiente e dare a tutti, in modo particolare ai giovani, speranza e nuove opportunità”.

Il re ha quindi ricordato gli insegnamenti di San Francesco e la “compassione verso tutti gli essere viventi” e citato il Corano, facendo poi riferimento all’importanza del dialogo: “Dobbiamo parlarci onestamente, ascoltare attentamente e agire guidati dai valori positivi che condividiamo. Io e il mio popolo – ha ribadito – sosteniamo con forza il dialogo”.

Ha voluto inoltre ricordare i valori dell’Islam: tolleranza, compassione e rispetto reciproco. “Molte voci moderate – la maggioranza dei credenti musulmani – si sono unite a noi nel rifiutare ogni tentativo di distorsione della nostra religione”. E ancora: “I principi di coesistenza pacifica e armonia interreligiosa sono profondamente radicati nel patrimonio culturale della Giordania. Il mio paese è terra di un’antica comunità cristiana che, come tutto il popolo giordano, contribuisce attivamente al progresso del proprio paese. I cristiani sono presenti in Medio Oriente da millenni e restano una componente vitale per il futuro della nostra regione. La Giordania fa parte della Terra Santa. I cinque “profeti o messaggeri risoluti”, come vengono chiamati nel Corano – profeti del Giudaismo, del Cristianesimo e dell’Islam- con la loro presenza, che la pace regni su di loro, hanno reso santa la nostra terra. Io stesso sono onorato di aver contribuito al recupero di Betania oltre il Giordano, luogo del Battesimo di Gesù Cristo, che la pace regni su di lui. L’impegno della Giordania a promuovere la pace e l’armonia tra i popoli caratterizza il nostro ruolo internazionale—il nostro approccio globale contro il terrorismo e l’odio su tutti i fronti; la nostra ricerca di soluzioni efficaci alle crisi globali e regionali; e i nostri attuali sforzi per una soluzione definitiva del principale conflitto della nostra regione—la crisi israelo-palestinese—dove auspichiamo uno stato sovrano palestinese, autonomo e indipendente, nei confini del 1967, con Gerusalemme est capitale, e ove si garatisca anche la sicurezza di Israele, come parte integrante della regione, riconosciuta dai paesi arabi e musulmani di tutto il mondo. In questo momento è perentorio proteggere Gerusalemme”. Quindi l’appello finale alla pace: “Vi chiedo di essere uniti e di alimentare insieme il faro della pace per diffondere comprensione e speranza in questo mondo che ne ha estremo bisogno”.

Ad arricchire la giornata, a sorpresa, l’Ave Maria cantato da Andrea Bocelli, all’interno della basilica.

Il corno d’avorio, dono del Sultano a San Francesco

In occasione della consegna della Lampada a Sua Maestà il Re di Giordania, Abdullah II, è prevista l’esposizione del corno d’avorio, dono del Sultano d’Egitto a San Francesco, conservato nel reliquiario dell’Antica Sala Capitolare della Basilica. Non mancherà, nel primo pomeriggio dopo l’agape fraterna (e prima della donazione, da parte di Merkel, di un frammento del Muro di Berlino e e del bilaterale tra Re Abdullah II e il premier Conte che si concluderà con la firma della bandiera della pace realizzata dai migranti accolti dalla cooperativa Auxilium), lo scambio dei doni: ai Reali l’omaggio di un foulard di Claudio Cutuli in filato di fibra vegetale tamponato a mano con pigmenti naturali, raffigurante l’affresco giottesco della Basilica Superiore con San Francesco che incontra il Sultano d’Egitto a Damietta. Il re e la regina ricevono una pregevole miniatura, riproduzione su una tavola d’intonaco, dell’affresco giottesco della Basilica Superiore con San Francesco che incontra il Sultano, realizzata dall’agenzia Asterisco. Consegnato il volume “La Lampada della Pace di San Francesco”, a cura della Sala Stampa del Sacro Convento, che racconta le 17 personalità che in 38 anni hanno ricevuto in dono la lampada suddivisi in tre categorie: Pontefici (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco), Premi Nobel e Governanti.

I destinatari della Lampada della Pace

Questi i destinatari della Lampada della Pace

Lech Walesa – 18 gennaio 1981

Dalai Lama – 26 ottobre 1986

Giovanni Paolo II – 26 ottobre 1986

Madre Teresa di Calcutta – 26 ottobre 1986

Yasser Arafat – 6 aprile 1990

Betty Williams – 24 settembre 1995

Carlos Felipe Ximenes Belo – 15 giugno 1997

Mikhail Gorbaciov – 15 marzo 2008

Ingrid Betancourt – 26 gennaio 2009

Mohamed ElBaradei – 17 novembre 2009

Benedetto XVI – 27 ottobre 2011

Simon Peres – 1 maggio 2013

Abu Mazen – 10 giugno 2014

Papa Francesco – 8 dicembre 2015

Juan Manuel Santos – 17 dicembre 2016

Angela Merkel – 12 maggio 2018

Re Abdullah II – 29 marzo 2019

(foto Sala stampa basilica San Francesco e Flavia Pagliochini)