In questi ultimi anni troppo spesso si è assistito ad affermazioni e comportamenti, anche da parte di membri dei Governi centrali, tesi a sminuire il ruolo e la funzione del dipendente pubblico e con esso anche lo stesso significato di “spesa pubblica” lasciando transitare l’idea che tutto ciò che è pubblico è uno spreco e dunque va tagliato. È quanto ha affermato la rappresentante della Presidenza della Regione Umbria nel corso del suo saluto ai partecipanti al Congresso regionale della Federazione poteri locali della Uil, in corso a Perugia, presso il residence “Daniele Chianelli”.
In questo contesto, molto difficile perché è in difficoltà l’economia reale del Paese, ha ricordato, è in corso un processo di riforme di sistema dello Stato, sia a livello centrale che regionale e territoriale. Un processo che, appunto perché avviene in una situazione difficile per l’economia nazionale, presenta maggiori difficoltà. Pur tuttavia in Umbria, con fatica, si è cercato di realizzare una profonda riforma del sistema regionale della pubblica amministrazione per renderla più efficiente, moderna e soprattutto meno costosa. Un lavoro che – ha detto la rappresentante della Regione, rivolgendosi ai delegati – abbiamo potuto realizzare anche grazie al rapporto positivo con le organizzazioni sindacali, a partire dalla vostra.
Citando alcuni dati, la rappresentante della Regione ha ricordato come dal 2010 all’anno in corso la sola spesa per il personale sia scesa da 72 milioni di euro all’anno a 61 milioni, e che nel 2014 la Regione Umbria è l’unica in Italia a non aver più “fitti passivi” per le sue sedi, e che per i “costi della politica regionale” l’Umbria è stata scelta come Regione di riferimento a livello nazionale, essendo le indennità di presidenti di Consiglio e Giunta, degli assessori e dei consiglieri regionali le più basse. La rappresentante regionale si è detta convinta che si possa e si debba fare ancora di più su questo versante e che vi siano ancora margini per razionalizzare ulteriormente i costi della politica.
Sulla particolare questione della stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, la rappresentante della Regione ha ricordato come l’Umbria abbia tutte le condizioni per poter avviare un percorso teso alla stabilizzazione, ma – ha detto – c’è la necessità di norme legislative che aiutino a definire, anche con il contributo dei sindacati, le regole per avviare un tale processo.
Ultimo tema affrontato dalla rappresentante della Regione è stato quello della sanità. È meglio avere un incremento minimo delle risorse del fondo sanitario nazionale, ha sostenuto, purché vi sia certezza negli anni, in quanto solo così le Regioni possono realizzare quella programmazione necessaria ad attuare politiche di razionalizzazione ed allo stesso tempo migliorare complessivamente il livello del sistema sanitario.
La rappresentante della Regione ha sottolineato che il vero salto di qualità che insieme si deve compiere è quello di un governo unitario della sanità, settore dove in Umbria è stata realizzata una importante riforma, garantendo così – ha concluso – equilibrio finanziario e qualità complessiva della sanità per i nostri cittadini.