Congresso regionale Pd, il favoritissimo Tommaso Bori sarà candidato unico. I tre pretendenti “anti-Bori” alla segreteria regionale del Pd dell’Umbria, Francesco De Rebotti, Massimiliano Presciutti e Alessandro Torrini, insieme al candidato al congresso provinciale Carlo Elia Schoen, hanno infatti inviato, ciascuno con propria lettera, formale comunicazione al Pd dell’Umbria del ritiro delle loro candidature congressuali, insieme alle liste a loro sostegno.
Conseguenza dell’ultimatum che avevano dato al partito, nell’estremo tentativo di rinviare il Congresso del partito commissariato da due anni.
Una decisione che segue l’ennesima richiesta, respinta, di rinviare il Congresso. “Solo indifferenti rifiuti” in risposta alla nota scritta mancata insieme a Presciutti, Torrini e Schoen, lamenta De Rebotti. Argomentando così il ritiro da un Congresso che considera “sbagliato politicamente e illegittimo statutariamente”.
“Non intendo, inoltre – ha scritto il sindaco di Narni – essere in alcun modo corresponsabile di un Congresso organizzato totalmente al di fuori delle norme anti Covid vigenti e in palese contrasto con il contegno sempre tenuto dal Pd durante la pandemia, improntato alla massima prudenza e al principio di precauzione”.
De Rebotti afferma che la scelta di ritirarsi è stata condivisa con coloro che hanno condiviso il suo percorso. “Un pezzo di partito importante – scrive – fuori dalle logiche di potere, delle correnti che con passione e disinteresse ha chiesto solo ascolto e partecipazione. Quel partito della base e dei territori sempre evocato e mai rispettato. Neanche – lamenta -questa volta”.
Una scelta che pare abbia irritato molto il commissario del Pd umbro, Enrico Rossi. Che in una nota spiega: “Dispiace sinceramente che i tre candidati alla segreteria regionale abbiano deciso di ritirarsi dalla competizione. Ne prendo atto ma non condivido nel modo più assoluto le motivazioni. Essi, infatti, disattendono una decisione presa democraticamente dal gruppo dirigente allargato della comunità del Partito Democratico umbro, compiendo un’azione politica che personalmente giudico profondamente sbagliata. Il gruppo dirigente del partito si è espresso a larga maggioranza per tenere il congresso nel mese di aprile e quella decisione deve essere rispettata, se lo consentono le condizioni oggettive esterne legate alla pandemia”.