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Congresso Pd, tra epurazioni e sanificazioni | Il giallo della nota in Prefettura

Congresso regionale Pd: sì, no, forse. Dai timori di epurazioni si è passati a quelli sulle sanificazioni, causa Covid. E così, quella di oggi è stata un’altra mattinata ad alta tensione per alcuni dei protagonisti. E confusione per gli iscritti, almeno per coloro che non sanno cosa avvenuto il giorno prima.

Porzi: rinviare, gesto di responsabilità

Una mattinata che si è aperta con la nota della consigliera regionale Donatella Porzi, che commentava come una “gesto di responsabilità” la richiesta fatta da alcuni dirigenti della Direzione nazionale di posticipare tutti i Congressi a causa dell’acuirsi dell’emergenza Covid in tutta Italia.

In questo momento di particolare difficoltà per l’intero Paese – il commento di Porzi – la richiesta di rinviare tutti i Congressi regionali, a partire da quello umbro che sta per prendere avvio con regole non ancora chiarite, appare l’unica richiesta possibile che i dirigenti di un partito serio possano fare“.

Perché in Umbria, alla tensione legata ai rischi Covid, si unisce quella politica e procedurale sollevata dai tre avversari di Bori il Predestinato, vale a dire Presciutti, De Rebotti e Torrini.

E’ vero, aspettiamo da un anno e mezzo, non sarà qualche settimana in più di attesa a danneggiare il Pd umbro” prosegue Porzi. Che rivolge questo appello: “Usiamo questo tempo per esprimere tutta la nostra capacità di essere al fianco dei nostri cittadini in questo riaccendersi impetuoso della pandemia, ad accompagnare i nostri amministratori a risolvere le problematiche che quotidianamente devono affrontare, a sostenere la scuola in questa situazione di grande eccezionalità, a stare vicino ai più fragili, a coloro che non hanno voce e non sono rappresentati, sforziamoci di essere veramente classe dirigente capace di subordinare le proprie legittime ambizioni per servire con umiltà chi da noi attende aiuto“.

Stop sì, no, forse…

Un intervento che, argomentato con ragioni sanitarie e sociali, va nella direzione auspicata dai tre avversari di Bori. I quali, nei giorni scorsi, avevano annunciato la sospensione della campagna elettorale e di quella dei propri sostenitori in lista, proprio a causa dei rischi legati al Coronavirus.

E mentre Bori, sui social, augurava “buon Congresso a tutti noi” salutando l’avvio della macchina congressuale, sempre sui social, qualcun altro lanciava la notizia che il Congresso del Pd era stato rinviato. Pregando ironicamente di avvisare di ciò anche i candidati, con evidente riferimento all’unico che la campagna elettorale la sta facendo, e da tempo. Bori, appunto. Comunicazione che poi è stata correttamente modificata: ad essere sospesi, al momento, sono gli appuntamenti congressuali di questo fine settimana. In attesa che il Pd nazionale – e di conseguenza quello regionale – decida come procedere.

Congresso sospeso, ma solo… per un week end

A metà giornata arriva la conferma ufficiale, con una nota del partito umbro. La Commissione regionale, recependo le indicazioni del Pd nazionale, ha deciso di fermare la fase congressuale in questo week end per “facilitare la presentazione online delle tesi congressuali e definire meglio le linee guida relative al voto nei circoli“. E ciò attraverso il richiesto aggiornamento dei regolamenti e delle linee guida sanitarie da applicare alle procedure per l’elezione dei prossimi segretari regionale e provinciale.

Un lavoro, quello di revisione delle modalità di voto – chiarisce la commissione – che potrebbe richiedere qualche giorno e che determina il rinvio dei congressi di circolo previsti nel weekend. La sospensione temporanea, che ci si augura possa non andare oltre la settimana, è condivisa con la segreteria nazionale Pd con cui è previsto a breve un confronto“.

La circolare arrivata giovedì sera da Roma

Perché la circolare giunta ieri (giovedì) da Roma, indirizzata a tutti i segretari regionali e provinciali e firmata dal responsabile Organizzazione Stefano Vaccari, non blocca i Congressi, ma aggiusta il tiro alla luce dell’ultimo Dpcm. Al primo punto, in particolare – quello che fa riferimento ai percorsi congressuali e alla scelta dei candidati sindaco con le primarie – si invitano i rispettivi gruppi dirigenti e le Commissioni congressuali ad adeguare da subito i regolamenti “per definire i tempi di svolgimento“, consentire la partecipazione al dibattito degli iscritti “anche online” e disciplinare le modalità di voto in presenza “per garantire massima sicurezza nei seggi“.

La lettera fa poi raccomandazioni per limitare l’attività nelle sedi dei Circoli, soprattutto quelle meno capienti. E, in caso di manifestazioni in luoghi pubblici, si ricorda il rispetto delle buone pratiche, con la misurazione della febbre, il distanziamento, la tracciabilità dei partecipanti.

Il dibattito in Commissione e sulle chat

Una nota che ha aperto il dibattito all’interno della Commissione per il Congresso umbro e nelle chat dei vari circoli. Dibattito caldo, soprattutto a Perugia. Dove, appunto, dai rischi di epurazioni si è finiti a parlare di sanificazioni. Quelle che, secondo alcuni, devono essere garantite prima, durante e dopo le operazioni di voto. Così come la misurazione della febbre e le altre misure anti Covid. I presidenti dei Circoli non vogliono incappare in responsabilità. Specie con le difficoltà logistiche ed economiche in cui si ritrova il partito in tutta l’Umbria.

Chi è sempre stato a favore del rinvio di un Congresso, il cui esito appare scontato, ha preso la palla al balzo. Anche se, tecnicamente, la firma dell’autocertificazione all’ingresso andrebbe a risolvere molti dei problemi posti, dato che le attività congressuali si svolgono in circoli privati.

La comunicazione al prefetto

Ma la vicenda è uscita al di fuori dello steccato del Pd. Per l’interlocuzione chiesta dalla presidente della Commissione Congresso, Letizia Michelini, alla Prefettura sul giusto comportamento da tenere.

E giù, appena si è saputo della mossa (pare concordata con pochi), altri fiumi di parole digitate sui cellulari.

L’eventuale sospensione

Certo, qualora il Pd nazionale (e quello regionale umbro di conseguenza) decidesse per una “sospensione” del Congresso, in punta di diritto non si sanerebbe uno dei principali nodi del contendere in Umbria, quello del tesseramento valido per il voto. Con la sospensione, il Congresso poi dovrebbe riprendere con le stesse regole che vigevano nel momento dello stop. Senza dunque l’auspicata riapertura, fino a dicembre, del tesseramento valido, come auspicato da Presciutti.

I tempi

Proprio Presciutti, nella sua personale road map, aveva individuato nel mese di febbraio il periodo nel quale far esprimere gli iscritti umbri al Pd, dopo aver chiuso il tesseramento a fine anno. E non si era ancora in emergenza Covid. Altri, oggi, parlano di un rinvio di poche settimane. Ma a meno di un’accelerazione sul vaccino “salva-congresso”, il commissariamento del Pd umbro rischia di prolungarsi ancora fino al prossimo maggio, se a dettare i tempi sarà la pandemia.