Per gli imprenditori della Provincia di Perugia questo è stato un annus horribilis. E ne hanno ben donde. La riunione della Giunta di Confindustria Perugia, che si è svolta martedì 28 febbraio, è stata l’occasione per un aperto confronto tra gli imprenditori, i quali hanno voluto far chiarezza sulla situazione umbra: la crisi economica ha colpito pesantemente l’andamento del mercato regionale e, dunque, sono necessarie nuove strade da intraprendere per non soccombere.
In effetti, stando agli ultimi dati, c’è da preoccuparsi. “La situazione economica della regione – dicono – è la più pesante degli ultimi decenni”. In effetti è proprio così: nel report Istat 2012 “Conti economici regionali”, il quadro che emerge è decisamente preoccupante. Tra le regioni che hanno contribuito maggiormente alla contrazione del Pil, infatti, troviamo, dopo il Piemonte (con una riduzione del Pil regionale del 5,3%), proprio l’Umbria con una flessione del 5,0%. Insomma, la regione umbra è la seconda regione che ha sofferto maggiormente la crisi. E non a caso, sottolineano gli imprenditori, “occorre una svolta adeguata alle esigenze di questo difficile passaggio economico e sociale. Un cambio di passo che riguarda certamente le imprese, ma che non può lasciare indifferenti le istituzioni pubbliche a partire dalla Regione Umbria”. Insomma, Confindustria chiede l’intervento autorevole delle istituzioni, troppo distratte – a detta degli imprenditori – “dalle tensioni interne”.
In effetti, andando a spulciare ancora il bilancio dell’Istat, non solo il Pil è drasticamente calato, ma anche la produttività regionale è decisamente bassa: il contributo dell’Umbria al pil nazionale è poco più dell’1% (anche qui l’Umbria occupa le ultime posizioni dopo Valle D’Aosta, Molise e Abruzzo). Si chiede, dunque, un rapido ed urgente intervento affinchè la situazione produttiva regionale migliori. Dal canto suo Confindustria è pronta a misurarsi con le stesse istituzioni e disponibile ad avanzare proposte in grado di sostenere il tessuto imprenditoriale regionale, soprattutto attraverso l’incremento dell’intensità tecnologica delle imprese – tramite l’animazione dei nuovi poli tecnologici di innovazione – e attraverso una maggiore presenza nei mercati esteri (anche sfruttando le iniziative di Umbria Export). Ora, fanno sapere gli imprenditori, si aspetta solo una risposta propositiva da parte della Regione.
Car.Gazz