Intervenendo alla Conferenza regionale sulla cooperazione che si è tenuta venerdì 13 Giugno al Centro congressi della Camera di Commercio, il consigliere regionale Armando Fronduti (FI-Pdl nella foto) ha chiesto il sostegno delle istituzioni in favore dell'Unci (Unione nazionale delle cooperative italiane, fondata in Umbria nel 1978 a seguito di scissione dalla Confcooperative), che persegue il progetto dell'economia sociale di mercato basandosi sull'insegnamento della dottrina sociale della chiesa. “La politica deve essere al servizio dell'Unci e non viceversa – ha affermato Fronduti – per tutelare, sostenere ed incentivare la vera mutualità al servizio dei soci e per lo sviluppo della nostra regione. Oggi – ha continuato – esistono cooperative di grandi dimensioni, con fatturati che superano il milione e mezzo di euro, che attraverso le proprie capacità hanno saputo raggiungere livelli di eccellenza senza perdere la vocazione mutualistica e senza produrre discrasie di alcun tipo. Purtroppo è anche vero – secondo Fronduti – che si registra la presenza, in certe regione italiane, di grandi cooperative che sono diventate tali quasi esclusivamente per i loro legami a potentati di tipo politico. Tale fenomeno – ha aggiunto – produce sempre più spesso effetti di distorsione dal metodo e dalla funzione cooperativa e mutualistica. Tutto ciò nuoce pesantemente al movimento tutto e, soprattutto, alla corretta diffusione del modello realmente cooperativo del nostro Paese”.Secondo il consigliere regionale “l'unica vera distinzione che può e deve esserci è tra cooperative mutualistiche e quelle che non lo sono. In generale può dirsi fino ad ora fallito, il ruolo della politica quale interprete delle reali esigenze del movimento cooperativo per la crescita e lo sviluppo di quella funzione sociale della cooperazione prevista dall'art. 45 della Costituzione. In Umbria – ha concluso – occorre sottolineare che la cooperazione ha ben realizzato le proprie vocazioni, raggiungendo traguardi importanti, quali ad esempio la proprietà della casa per un terzo delle famiglie umbre attraverso buone leggi attuate nella nostra regione”.