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Confcommercio Terni contro l'urbanistica selvaggia della “aree sature”

Ivano Rulli (*)

Confcommercio denuncia che nel momento attuale vengono al pettine i nodi della programmazione urbanistica e commerciale, che per decenni ha continuato a prevedere e destinare nuove aree per insediamenti commerciali senza una logica connessione con le esigenze del territorio, questi eccessi colpiscono oggi il tessuto delle imprese commerciali proprio in un momento di forte contrazione a causa della crisi. I Comuni devono attivare immediatamente lo strumento delle “AREE SATURE” per contenere questi effetti negativi sulle imprese. Invece si sta determinando una ulteriore accelerazione per l’apertura di nuove medie/grandi strutture di vendita soprattutto in aree che sono già sovraccariche in termini di congestione delle infrastrutture stradali, livello di emissioni inquinanti, caratteristiche della qualità della circolazione, localizzazione delle medie e delle grandi strutture di vendita e di fenomeni di addensamento di esercizi che producono impatti equivalenti a quelli delle grandi strutture di vendita.

Nel Comune di Terni non occorrono analisi costose e lente per concludere che l’area di Borgo Rivo – Gabelletta presenta tutte le caratteristiche di un’area satura e proprio in questa area invece si è recentemente autorizzato il quinto centro commerciale in poche centinaia di metri, che renderà ancora più sovraccarica l’area in questione e costituirà un altro colpo al tessuto delle piccole e medie imprese commerciali. Tale intervento suscita evidenti perplessità anche per la caratteristica di occupare l’area di rispetto dell’elettrodotto di Villa Valle con rischi per la salute.

Nel Comune di Narni è evidentemente l’area di Narni Scalo invece a presentare le caratteristiche di area satura e nonostante questo riprende la costruzione di una nuova struttura di vendita denominata “il Mall” in piazza Petri. Chiediamo al Comune di Narni di agire di conseguenza non consentendo ulteriori ampliamenti commerciali a Narni Scalo per tutelare i consumatori e le imp rese. Infatti non è pensabile peggiorare consapevolmente la vivibilità di queste aree con innalzamento dei volumi di traffico, chiusure di imprese medie e piccole e aperture di strutture medio/grandi di vendita.

I dati del commercio in Umbria dimostrano che le strutture mede e grandi sono assolutamente al di sopra della media nazionale mentre i consumi stanno precipitando. In questo quadro anche le amministrazioni locali sono impegnate ad affrontare la crisi che determina la riduzione dei fondi disponibili, per minori stanziamenti e soprattutto per minori introiti fiscali da parte delle imprese che non ce la fanno più. A maggior ragione devono intervenire ora utilizzando gli strumenti che la normativa mette a disposizione per preservare un sano equilibrio tra piccole – medie e grandi strutture di vendita in favore della vivibilità delle aree urbane.

(*) presidente Confocommercio Terni