(Fda) Faccia a faccia tra imprese e amministratori dell'Umbria oggi a Palazzo Donini, per parlare di rifiuti, in particolare del costo della spazzatura per il sistema produttivo e commerciale regionale, che ha chiesto alla politica meno vincoli e meno spese a carico, pur disposto a spendersi in favore dell'ambiente.
L'incontro, promosso da Confcommercio nell'ambito del progetto “Green Code”, ha visto da un lato la partecipazione del presidente della Confcommercio dell’Umbria Aldo Amoni, dall'altro quella dell’assessore regionale all’Ambiente Silvano Rometti, il direttore regionale dell’Anci Silvio Ranieri, l’assessore all’ambiente del Comune di Perugia Lorena Pesaresi, l’assessore alla Gestione ambientale della Provinciadi Perugia Roberto Bertini.
Amoni ha illustrato i maggiori punti di criticità delle imprese e degli alberghi, in gran parte legati al costo dei rifiuti per gli esercenti “che pagano il 'vuoto per pieno', e che si sono visti aumentare la Tia del 40per cento in una volta sola; macellai che sono costretti a smaltire i loro rifiuti speciali in un regime di monopolio che desta qualche legittima inquietudine e aumenta il costo finale; commercianti che nel cassonetto non portano quasi nulla, perché smaltiscono a parte gli imballaggi, ma pagano come se producessero tutti rifiuti assimilati”.
“Parlare di ambiente significa parlare del futuro”, ha detto Bertini, nell’esprimere apprezzamento nei confronti dell’iniziativa di Confcommercio, condiviso da tutti gli altri rappresentanti istituzinali al tavolo.
Queste, punto per punto, le problematiche sollevate nel suo intervento da Amoni, con la relativa proposta di soluzione avanzata dall'associazione di categoria:
Raccolta differenziata
Secondo la Confcommercio, il percorso del Decreto Ronchi va ultimato introducendo sgravi tariffari concreti “che originariamente erano stati previsti e che ad oggi sono irrisori; c’è difficoltà a capire dove va un rifiuto, coma va differenziato; non c’è concorrenza nelle municipalizzate ed i costi restano alti; i comuni pretendono giustamente di raggiungere gli obiettivi minimi di raccolta differenziata, ma devono fare la loro parte fino in fondo”.
Raee – Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche
Gli adempimenti per le imprese sono partiti ma, secondo Confcommercio, “i consumatori già pretendono di poter riconsegnare i vecchi elettrodomestici nel rapporto 'uno a uno'; i comuni (e non tutti) hanno attrezzato i loro centri di raccolta solo di recente, mentre per le imprese si sono creati nel frattempo non pochi problemi di stoccaggio e trasporto a norma di legge, che è costoso e può portare a sanzioni molto pesanti.
Le proposte di modifica alla Direttiva prevedono che il commerciante dovrà prendere in consegna vecchi elettrodomestici anche a prescindere dall’acquisto di nuovi. La Confcommercio ha chiesto alla regione di escludere questa ipotesi, lasciando l'onere dello smaltimento agli enti pubblici.
Tarsu/Tia
Secondo Confcommercio, “c’è un’ingiustizia evidente nei coefficienti utilizzati per i settori del terziario, mediamente più alti rispetto a quelli degli altri: il terziario paga spesso non per quello che produce, ma per coprire gli sgravi concessi agli altri; in alcuni casi (supermercati, show room, alberghi, campeggi, rivendite prodotti edilizia, mobilieri, ecc.) il commercio ed il turismo sono tassati a prescindere dalla reale produzione e pagano il “vuoto per pieno”!”
Amoni ha portato anche alcuni esempi: “Da un’analisi comparata delle tariffe di Comuni che applicano la Tia (Bevagna, Foligno, Montefalco, Narni, Passignano sul Trasimeno, Perugia e Terni), emerge che i coefficienti della parte fissa sono molto alti per ristoranti (in media 6,99 €/mq) e bar (5,8 €/mq) mentre sono più contenute le tariffe per le attività industriali (1,53 €/mq in media) e per gli artigiani (2,1 €/mq). Identica situazione emerge dall’analisi della parte variabile della Tariffa: infatti le attività più colpite sono i ristoranti (in media 5,05 €/mq) e i bar (4,09 €/mq) mentre le tariffe più contenute sono riservate alle attività industriali (1,1 €/mq in media) e ai laboratori artigiani (1,5 €/mq in media). I Comuni tengono la parte fissa della tariffa molto alta e, poiché gli eventuali sgravi vengono concessi solo sulla parte variabile, essendo questa esigua, vengono concessi sgravi irrisori. Infine, nel passaggio da Tarsu a Tia non è stata fatta una razionalizzazione dei costi, ma si è operato un matematico aumento dell’imposizione. Confcommercio chiede ai comuni di modificare in modo più equo i coefficienti della tariffa.
Sistri – Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti
Secondo Confcommercio, il meccanismo sembrava dover scomparire invece è rimasto. E’ certamente giusto tracciare i rifiuti per contrastare le ecomafie; tuttavia il sistema è troppo complesso e pieno di incognite. Come al solito, gli obblighi sono partiti quando ancora mancavano (e mancano) alcuni “pezzi”: decreti attuativi, supporti e sistemi informatici, procedure condivise, ecc… Occorre una pressione politica forte sul governo per una semplificazione della materia”.
Imballaggi
Il commercio – alimentare e non – in alcuni casi produce quasi esclusivamente imballaggi. Secondo Confcommercio gli esercenti provvedono sempre privatamente allo smaltimento di tali imballaggi, non portando quasi nulla nel cassonetto, ma pagando in funzione dei metri quadrati come se producesse tutti rifiuti assimilati, senza nessuno sgravio”. Confcommercio chiede quindi un sistema diverso previsto dai comuni per il pagamento delle tasse sugli imballaggi.
Shoppers
Secondo Confcommercio, le imprese commerciali – alimentari e non, ambulanti, ecc. – si sono prontamente adeguate all’obbligo di distribuire shoppers biodegradabili o lunga vita. Restano però dei problemi: in commercio c’è molto falso biodegradabile e gli operatori non hanno le competenze tecniche per discernere; esiste pochissima concorrenza nella produzione di shoppers e questo aumenta il prezzo; lo shoppers biodegradabile ha una resistenza minima e anche dopo un solo utilizzo diventa un rifiuto. Ecco perché occorre puntare più sugli shoppers lunga vita che su quelli biodegradabili, come con il Progetto Green Code.
Rifiuti da macellazione
Questo rifiuto speciale è molto particolare e deve essere smaltito con speciali sistemi e processi estremamente costosi per le piccole imprese; di fatto nel centro Italia c’è un regime di monopolio, che aumenta ancora di più il costo finale per gli operatori coinvolti. Confcommercio sollecita, come già fatto da Federcarni, l’organizzazione di un servizio di raccolta da parte delle Municipalizzate a loro carico.
Scarichi e reflui
Secondo Confcommercio, le normative che disciplinano questo ambito sono molto complesse ed hanno creato non pochi problemi interpretativi. “Le imprese, di conseguenza, spesso non sanno quale sia il vero adempimento da porre in essere, rischiando sanzioni molto alte. La complessità del sistema è aumentata anche dagli Ato, che sanzionano chi non chiede anche a loro un’autorizzazione già concessa da un Comune facente parte dell’Ato stesso. Occorre una reale semplificazione legislativa ed un coordinamento degli organi di controllo per evitare interpretazioni difformi”.
Cementificazione
Un ambiente ben conservato è per il terziario un fattore di produzione. Non è più procrastinabile -afferma Amoni.-un uso parsimonioso e razionale del territorio. Va pertanto incentivata quasi esclusivamente la riconversione di aree dismesse.
Energie rinnovabili
Nel concordare sulla necessità di puntare su questo segmento, Confcommercio sottolinea che vanno contemperate varie esigenze: per esempio, pannelli fotovoltaici a tappeto su colline di pregio del nostro paesaggio costituiscono uno scempio da evitare; inoltre, occorre valutare con attenzione il rapporto costi- benefici e quale sarà la fine di questi pannelli a fine vita, visto che ad oggi non esiste un sistema di smaltimento certo. Confcommercio chiede alla Regione di ponderare quali siano le migliori fonti rinnovabili in funzione delle peculiarità del nostro territorio.
Traffico
E’ necessario abbassare la presenza di polveri sottili nell’aria; tuttavia la mera chiusura delle città al traffico automobilistico non è la sola soluzione, almeno nella misura in cui non vengono posti in essere interventi di mobilità pubblica o alternativa adeguati ed in grado di garantire la permanenze di flussi necessari alla vita socio-economica.
Controlli
Non è in discussione la necessità che sulle tematiche ambientali vengano fatti controlli sulle imprese e che chi viene trovato non conforme venga sanzionato. Il problema è la difformità di interpretazione tra organi di controllo (NOE, NAS, Forestale, ASL, Vigili Urbani, Polizia Stradale, ecc.): ognuno da una visione diversa. Occorre un coordinamento interistituzionale per evitare di prendere sanzioni da un organo di controllo quando, sullo stesso fatto, un altro organo ha dato il suo assenso.