“Accogliamo positivamente l’emendamento al decreto Milleproroghe che rinvia l’entrata in vigore del Sistri. Chi si ostina a pensare che il Sistema telematico di tracciabilità dei rifiuti speciali serva a combattere le ecomafie finge di ignorare che in questi ultimi 4 anni ha prodotto un unico risultato: far spendere tempo e denaro alle imprese artigiane e alle micro e piccole aziende, a fronte di un meccanismo che non ha mai funzionato”.
Così Stelvio Gauzzi, segretario di Confartigianato Imprese Perugia, in riferimento alle contrarietà espresse da alcuni parlamentari ad un ulteriore rinvio del Sistri. “Non accettiamo lezioni – aggiunge – su un problema così grave come quello dei rifiuti pericolosi. Forse chi invoca il Sistri come una soluzione non sa di cosa parla. Se l’obiettivo del Sistri è ovviamente condivisibile, controllare la produzione e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi per sottrarli al traffico illegale delle ecomafie, pessimo si è rivelato lo strumento utilizzato”.
“Nelle intenzioni – continua il segretario di Confartigianato – le nuove regole dovevano rendere più semplici le procedure e gli adempimenti, riducendo anche i costi sostenuti dagli imprenditori. Nella realtà è accaduto il contrario. Le complessità sono aumentate insieme con gli oneri economici a carico delle aziende. Come si possono imporre gli stessi obblighi e costi a un parrucchiere che smaltisce pochi grammi di lamette e a una multinazionale chimica? Inoltre, non sono mai stati risolti i difetti di funzionamento dell’armamentario digitale del Sistri, la piattaforma informatica, le chiavette Usb, le scatole nere a bordo dei camion. Il risultato è che ora gli imprenditori si trovano a dover combattere con un Sistri che non funziona e con il vecchio obbligo di compilare su carta gli adempimenti in materia di gestione dei rifiuti”.
“A fronte di questa situazione – conclude Gauzzi – è ora di rottamare il Sistri e di sostituirlo con un sistema di tracciabilità dei rifiuti fondato su criteri di trasparenza, efficienza, economicità e semplice utilizzo per le imprese. Soltanto così si potranno combattere davvero le ecomafie”.