“Ha ragione il presidente della BCE Mario Draghi. Occorre un intervento straordinario che spinga in maniera più incisiva verso la crescita”, osserva il Segretario di Confartigianato Imprese Perugia – Stelvio Gauzzi – che aggiunge: “E questo non può avvenire se si concede sempre meno credito alle imprese: anche in febbraio lo stock dei prestiti registra una diminuzione del 4,9%, con un ulteriore peggioramento rispetto al -4,7% registrato nel mese precedente”.
“Il dato emerge, prosegue Gauzzi, da una elaborazione di Confartigianato che ha analizzato l’andamento dei finanziamenti al sistema imprenditoriale italiano. E se da un lato il credito si riduce dall’altro peggiora anche il costo del denaro: per gli imprenditori italiani continua ad essere il più alto d’Europa con tassi medi di interesse sui nuovi finanziamenti pari al 3,45%, superiori di 72 punti base in confronto alla media del 2,73% registrata nell’Unione europea”.
Nel dettaglio, sono le aziende di piccola dimensione le più penalizzate sul fronte del caro-denaro: infatti, i tassi medi di interesse applicati ai prestiti fino a 250.000 euro raggiungono il 4,75%.
Secondo Confartigianato, il divario Nord-Sud si riscontra anche nella quantità di finanziamenti erogati: la diminuzione del credito ha colpito in particolare le imprese con meno di 20 addetti e la situazione peggiore riguarda il Molise, dove, tra febbraio 2013 e febbraio 2014, lo stock di prestiti alle imprese è calato dell’11,7%. Seguono Umbria e Marche, con una diminuzione del 7,8%, e la Sicilia (-7%).
Colpite dal razionamento del credito anche le imprese artigiane: a dicembre 2013 lo stock di finanziamenti è diminuito del 6,7% rispetto a fine 2012.
A ‘soffrire’ le difficoltà di accesso al credito sono soprattutto le micro e piccole imprese del settore manifatturiero: secondo il rapporto di Confartigianato, infatti, nel I trimestre 2014, a denunciare problemi è il 18,1% delle aziende manifatturiere con meno di 50 addetti, a fronte di una quota dell’11,3% di aziende manifatturiere di media dimensione e del 12% di grandi imprese.
“Il perdurare delle difficoltà di accesso al credito bancario per le piccole imprese – conclude il Segretario Stelvio Gauzzi – è un brutto segnale rispetto ad una possibile uscita dal tunnel della crisi. In mancanza di una ripresa degli investimenti, infatti, le nostre imprese, soprattutto nel manifatturiero, restano penalizzate nella competizione globale, non aiutate anche da un euro forte che si aggiunge alle difficoltà generate dai ritardi nei pagamenti”.