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Confagricoltura Umbria, continuità e nuovi ingressi

Confagricoltura nel segno della continuità, con qualche nuovo ingresso. L’assemblea dei soci ha confermato per il secondo mandato, di 4 anni, la Giunta esecutiva di Confagricoltura Umbria. Composta da Fabio Rossi (presidente, confermato), Filippo Antonelli, Anna Grazia Boccali, Giacomo Iraci, Vincenzo Cecci, Anna Ciri e Rufo Ruffo, con questi ultimi tre confermati come vicepresidenti.

L’assemblea generale dei soci, nella sua parte pubblica, è stata poi caratterizzata dall’incontro dal titolo ‘La nuova PAC per un’agricoltura strategica e sostenibile’ – un tema quello della Politica agricola comune molto sentito – con l’intervento anche del presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Giansanti: aspettavamo una Pac più ambiziosa

“Il lavoro che abbiamo svolto negli ultimi tempi ha dato qualche risultato positivo a tutela dei trasferimenti alle imprese, ma non possiamo dirci soddisfatti per l’accordo raggiunto. Ci aspettavamo una Pac più ambiziosa, più economica, più orientata al mercato e alla tutela del reddito degli agricoltori” ha subito esordito Giansanti commentando la recente intesa raggiunta sulla riforma della Pac che è stata sottoposta ai ministri dell’agricoltura della UE nella sessione del 28 e 29 giugno scorsi.

“La Pac è nata sessanta anni fa con l’obiettivo di sostenere gli agricoltori a produrre per fornire ai cittadini cibo in quantità e sicurezza – ha ricordato Giansanti – e di fronte al progressivo aumento della popolazione mondiale l’obiettivo deve rimanere questo. Ma con le minori risorse previste (per l’agricoltura italiana la riduzione totale dei trasferimenti ammonta, fino al 2027, a 6,2 miliardi di euro, il 15% in meno sul periodo 2014-2020), sarà difficile per le imprese investire in capitale umano e innovazione, condizioni essenziali per produrre di più e meglio”.  E questo, per Giansanti, “riguarda anche le politiche ambientali, che sono necessarie, ma che richiedono altrettanti investimenti. Senza contare che saranno proprio le imprese più strutturate, più orientate al mercato, che operano nei settori chiave della nostra agricoltura, a subire i tagli più consistenti”.

Rossi: ci saranno meno risorse

“Ci saranno meno risorse – ha poi ribadito il presidente Rossi – e quindi sarà più difficile per le imprese investire in innovazione e sul capitale umano. Anche l’Umbria ne avrà di meno e sarà quindi fondamentale puntare su aggregazione e filiere, sinergie e sostenibilità ambientale che deve andare però di pari passo con quella economica”. Fondamentale per Rossi, pertanto, sarà “la collaborazione tra istituzioni, impresa e ricerca per trovare strumenti idonei per implementare le tecniche che hanno un minore impatto ambientale”. “Ricerca e innovazione insomma – ha concluso Rossi – da misurare con l’effettiva sostenibilità economica oltre che ambientale”.

Condizionalità sociale

Per quanto riguarda la condizionalità sociale, Confagricoltura non è contraria, ovviamente, al principio, ma avrebbe voluto che la partita sul lavoro fosse stata giocata su un terreno più ampio, che avesse contemplato l’armonizzazione del costo, delle regole e delle sanzioni a livello europeo.

“Credo che fare agricoltura sarà sempre più difficile – ha concluso Giansanti – ma al tempo stesso ho fiducia nella solidità del nostro sistema produttivo e nelle capacità dei nostri imprenditori. Adesso dobbiamo concentrarci sulla messa a punto del piano strategico che l’Italia dovrà sottoporre alla Commissione europea entro la fine dell’anno e che dovrà includere anche i programmi per lo sviluppo rurale finora rientranti nell’esclusiva competenza delle Regioni”.