Cronaca

Condannato a 7 anni il benzinaio che stuprò ragazza immagine la vigilia di Natale

Sette anni di reclusione per aver violentato e massacrato di botte una ragazza nella notte della vigilia di Natale del 2011. E’ questa la pena a cui è stato condannato un benzinaio oggi 32enne Matteo Cincini dal collegio del tribunale penale di Perugia che lo ha riconosciuto colpevole dei reati per cui era finito a processo nonostante il suo legale, Lino Ciaccio, avesse chiesto per lui l’assoluzione.


Tanti anni per avere giustizia


La linea difensiva è stata infatti quella che l’imputato non avesse commesso alcuno stupro, ma che invece la vittima fosse consenziente. I giudici però non gli hanno creduto e, come chiesto dal sostituto procuratore, Giuseppe Petrazzini, lo hanno condannato anche al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 40mila euro nei confronti della ragazza e della famiglia di lei, che si era costituita parte civile con l’avvocato Matteo Gianbartolomei.


Sequestrata e violentata la vigilia di Natale


La violenza sessuale, uno stupro brutale, era avvenuta al termine di una nottata in discoteca. Lei lavorava al Cantiere 21 come ragazza immagine, lui lo aveva conosciuto all’ora dell’aperitivo. Era amico di amici, una persona di cui fidarsi e a cui rispondere si quando le offrì di andare a fare colazione in un bar alle prime luci dell’alba. Invece, la fece salire in macchina e la condusse in una strada di campagna di Taverne di Corciano: la massacrò di botte, rompendole naso, zigomo e timpano. Piegò la resistenza della ragazza a suon di pugni in testa. Poi la stuprò sul cofano della macchina e infine, la riportò fuori dal locale.


Sequestrata e violentata la vigilia di Natale / Testimone, “era tumefatta”


Quando la ragazza, all’epoca 21enne rientrò nella discoteca, amici e colleghi videro una scena straziante: era piena di sangue e fango, col tacco rotto e le calze strappate. Poi fu l’arrivo dell’ambulanza e della polizia. Il benzinaio venne arrestato poche ore dopo dalla squadra mobile di Perugia. Si fece poco più di un mese di carcere, poi ottenne i domiciliari in una comunità di recupero. Adesso, sette anni dopo i fatti, dei giudici hanno detto che è colpevole. Che quella ragazza non voleva fare sesso con lui e che lui, per tutto questo male, deve pagare.