Stabilizzazione di circa 80mila precari storici della scuola, il premier Giuseppe Conte sembra aver trovato un punto di incontro sul concorso straordinario che sta mettendo in crisi il Governo.
Nella giornata di oggi si attende la votazione degli emendamenti e non è scontato che l’accordo raggiunto possa essere mantenuto così come pensato: riapertura delle graduatorie, ancora supplenze a settembre, concorso ad autunno, prova non più a crocette, ma un elaborato non meglio specificato.
Niente concorso in estate
Eppure il ministro aveva da sempre assicurato che a settembre ci sarebbero state le nuove assunzioni, i concorsi erano stati inseriti in Gazzetta Ufficiale, il bando era uscito. Ma alcune forze di Governo, soprattutto il Pd, i sindacati, tutta l’opposizione compatta, ha sempre sostenuto, invece, l’opportunità di assumere i docenti in base a una graduatoria di merito e servizio (così come già accaduto in passato), rinunciando alla procedura concorsuale in questo momento di difficoltà per tutti, garantendo così alla scuola una continuità di servizio senza ingolfare il sistema.
Con l’accordo raggiunto, infatti, a settembre si riproporrà l’annuale problema delle cattedre scoperte, con circa 200mila docenti che saranno di nuovo chiamati a ricoprire incarichi di supplenza e conseguente caos tra segreterie scolastiche, uffici scolastici provinciali e regionali.
Tra la maggioranza, nonostante tutti si siano dichiarati soddisfatti dell’accordo raggiunto, il più agguerrito è Matteo Orfini del Pd che, nella giornata di ieri, dopo l’intervista di Enrico Mentana alla Azzolina, aveva sottolineato dal suo profilo Facebook.
“Un aggiornamento di fine giornata sulla scuola è d’obbligo per tutti quelli che vivono con comprensibile preoccupazione le decisioni di queste ore. Mai dobbiamo dimenticare che dietro quei numeri e quelle norme ci sono persone, vite, ansie, aspettative.
Ieri notte c’è stato il vertice da Conte, concluso senza un testo perché il governo non aveva pronta una norma. Questa mattina il ministero ha prodotto la bozza di un emendamento che avrebbe dovuto riformulare quello di Verducci. Il testo era irricevibile, e per certi versi persino offensivo.
Abbiamo spiegato che quella bozza non era la mediazione che ci saremmo aspettati.
La ministra ha scelto di andare in tv a dire che è tutto risolto e che l’accordo c’è, mostrando ancora una volta di non aver capito che fare il ministro significa costruire un consenso intorno alle proprio proposte, non cercare di imporle.
Il risultato di questo atteggiamento è che alle 23.30 non c’è ancora un testo condiviso.
Vedremo domani se arriverà una proposta seria ed equilibrata. Altrimenti per come la vedo io l’unica soluzione possibile sarà approvare l’emendamento Verducci.
Resta ovviamente la disponibilità a mediare e a trovare una soluzione equilibrata, disponibilità che stiamo dimostrando ampiamente a differenza di chi appare interessato più alla propaganda che ad affrontare il nodo del precariato e del buon funzionamento della nostra scuola.
Spero che la notte porti consiglio”
Sarà guerra in Senato sulla votazione degli emendamenti sul concorso scuola, che ancora tiene col fiato sospeso almeno 80mila aspiranti docenti di ruolo che non hanno certo nascosto la propria rabbia e la propria delusione.
Rabbia dei precari
La paura è che questo accordo sia l’ennesimo pretesto per rimandare ancora una volta la questione della stabilizzazione dei precari storici della scuola, per non affrontare il problema alla radice. Molti aspiranti avevano già studiato alcuni argomenti che poi sono risultati inutili per i continui cambiamenti di programma, in molti avevano già acquistato testi sui quali preparare il concorso a crocette che di fatto non si farà, spendendo inutilmente denaro e tempo prezioso. Un trattamento che la classe docente non merita, specialmente la categoria dei precari che, da anni, garantisce il servizio dell’istruzione e, responsabilmente, ha sempre rinunciato a forme di proteste estreme, come il blocco degli scrutini o degli esami, per il bene degli alunni.
Ma già in molti, organizzati in gruppi nati spontaneamente e supportati dai sindacati stanno valutando forme di protesta più estreme, vista la scarsa lungimiranza politica dell’attuale Governo.
Soddisfazione Azzolina
“Da Mentana ho parlato del concorso docenti che si farà premiando il merito e garantendo la qualità della scuola. Poi abbiamo parlato degli Esami di Stato e del ritorno fra i banchi a settembre, su cui in settimana sarà pronto il documento del Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute per ripartire in sicurezza.
Nel finale c’è stata anche l’occasione per una riflessione contro il cyberbullismo ed il ruolo degli educatori al riguardo, dopo gli insulti sessisti che ho ricevuto proprio da alcuni di loro”.
Ritorno tra i banchi
Sul fronte del possibile rientro a scuola, al momento le indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico sono confortanti e, se la curva di contagio della pandemia Covid continuasse ad essere stabile elementari e media ripartiranno con tutti i piccoli alunni in classe.
Per quanto riguarda invece le superiori potrebbe esserci una modalità mista. Possibile che la DaD continui anche a settembre e fino alla fine della prima parte dell’anno scolastico. Gli spazi delle scuole dovranno essere rimodulati; ingressi e uscite scaglionate, l’ora di lezione potrà anche non essere da 60′. In fase di lancio alcuni accordi con enti locali per consentire agli studenti di integrare l’attività scolastica con progetti culturali che possano limitare assembramenti e possibilità di situazioni di rischio contagio. Ma, al momento, si tratta solo di linea guida e soltanto dopo l’estate si avrà un quadro più esaustivo della situazione per varare un piano di rientro a scuola adeguato.