Un nuovo vespaio di polemiche si sta scatenando sull’esito del concorso per il primario di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Spoleto, bandito lo scorso 30 ottobre e i cui risultati definitivi sono stati affissi ieri sera dalla Commissione esaminatrice all’ingresso della palazzina Micheli. A tener banco, a quanto si apprende, è il peso dei punteggi dato ai titoli dei vari candidati che, a guardare il bando, dovevano possedere molteplici “conoscenze di metodiche e tecniche”, come si legge a pagina 7 e 8 dello stesso – rianimatorie, di terapia del dolore e nella partoanalgesia, anestesiologiche – ed “esperienze specifiche” in anestesiologia in chirurgia robotica, in chirurgia in età pediatrica, in sedazione nelle tecniche invasive radiologiche e gastroenterologiche.
Le prove – al concorso avevano fatto domanda in 11 ma solo 8 candidati hanno riportato nei titoli un punteggio sufficiente per poter accedere al colloquio. A sbaragliare il campo è stato il dottore che ha ottenuto 40,5 punti seguito dal dottor Giulio Tazza (32 pt), attuale responsabile dell’Unita del nosocomio spoletino. A seguire gli altri 6 concorrenti stretti in una forchetta tra 22,5 e 23,5. Stilata la prima graduatoria, affissa in tarda mattinata, il primo colpo di scena: ben 3 candidati preferiscono disertare il colloquio. All’orale si presentano in 5 e la prova subisce un qualche scossone. Quelli a cui sono stati riconosciuti meno punti nei titoli, forse anche per la relativamente giovane età, superano la prova a dir poco brillantemente: il dottor Marco Trippetti, stimato medico del nosocomio spoletino, ottiene ben 50 punti; il collega Tommaso Ciocca dell’ospedale di Pantalla 49, Barzoi 42,5 e Tazza 42. La somma delle due graduatorie proclama però vincitore il dottore anastesista (83 pt) seguito da Tazza (74) e, a pari punti, Ciocca e Trippetti (72,5). Una cosa di non poco conto atteso che il direttore generale della Usl Fratini, ha facoltà di affidare l’incarico ad uno dei primi tre classificati che a questo punto diventano 4.
Polemiche e ricorsi – almeno due dei candidati ammessi starebbero comunque valutando l’ipotesi di presentare ricorso al Tar dell’Umbria circa l’attribuzione dei punteggi ai propri curriculum vitae. Ma i riflettori, inevitabilmente, sono puntati sul vincitore, affermato professionista, già primario di anestesia del grande Fatebenefratelli di Milano, incappato più di un anno in una inchiesta del Procura di Milano secondo la quale, sulla base delle risultanze investigative di carabinieri e polizia, avrebbe truffato il nosocomio meneghino per 145 giorni di assenteismo (per 63 volte a timbrarglielo sarebbe stata una collega, per altri 66 giorni il medico avrebbe autocertificato falsamente la propria presenza, per i restanti 16 giorni invece avrebbe realmente marcato il tesserino allontanandosi poi dal servizio), pari a un danno di circa 30mila euro. Nell’ultima udienza con rito abbreviato, tenutasi lo scorso 4 marzo, il pm Filippini ha chiesto per lui 1 anno di carcere e 6 mesi per la collega. “L’udienza – dicono dalla direzione generale del Fatebenefratelli contattata telefonicamente da Tuttoggi – è stata rinviata al prossimo 8 maggio quando verranno ascoltate le parti civili e la difesa del medico”. Interrogato in aula 3 settimane fa il medico si è difeso affermando di aver sempre ottenuto ottimi risultati e che il rendimento di un medico non si può giudicare da quante volte timbra il cartellino.
La notizia dell’inchiesta – vale ribadire che il medico risulta indagato – aveva sollevato un gran clamore, tanto da spingere molti medici e infermieri ad aprire la pagina Facebook “Lavoratori onesti del Fatebenefratelli” (326 membri) e, a settembre scorso, l’azienda ospedaliera a sospendere dal servizio il medico in attesa dell’esito del giudizio.
Al di là della cronaca, il dottore vanta un curriculum invidiabile che lo ha portato già nel 2011, ad appena 43 anni, a diventare primario di anestesia e nel 2013 mega dirigente con supervisione del reparto di anestesia e della Emergenza-urgenza (54mila pazienti l’anno). E’ evidente che la vincita del primariato di Spoleto ha scatenato molti malumori ma sulla questione il d.g. Fratini è chiaro: “Il concorso è stato gestito nel rispetto della normativa vigente – dice al telefono con TO – e conosciamo la posizione del medico per ciò che ha autocertificato al momento della domanda di partecipazione. E’ evidente che raccoglierò tutte le informazioni necessarie prima di procedere all’affidamento dell’incarico”.
Il mese nero – un marzo pazzo, è il caso di dirlo, per il dg Fratini che aveva già dovuto rincorrere le polemiche seguite all’esito del concorso per primario di chirurgia. Vicenda che, a detta dello stesso, verrà sanata con l’istituzione di un dipartimento di chirurgia robotica, quale punto di riferimento dell’intera azienda, affidato al dottor Alberto Patriti. Ieri in conferenza stampa, il d.g. ha dato ampie rassicurazioni in tal senso, con tempi di realizzazione quasi da record. Staremo a vedere. Perché il progetto, a dir poco ambiziosetto, deve far di conto anche con la struttura del nosocomio, le sale operatorie e i medici da formare. Non a caso le associazioni restano sul piede di guerra non fidandosi più di ‘facili promesse, specie in piena campagna elettorale’. Finora Spoleto (che ha perso negli anni primariati su 2 cifre) ha infatti dovuto sempre rincorrere le strategie ‘tecnico-finanziarie’ della azienda sanitaria. Ma su questo il sindaco Cardarelli ha confermato che “alle promesse dovranno seguire i fatti e vigileremo in tal senso sul rispetto della time-line data dal dottor Fratini”.
Responsabile formazione – intanto all’Albo pretorio della UslUmbria2 è apparsa la delibera dello stesso Fratini che ha nominato la dottoressa Maria Stefania Gallina quale nuove responsabile del servizio “Formazione, comunicazione e relazioni esterne” del nosocomio spoletino.
(Aggiornato alle 10.35)
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