Il microfono cucito dalla mamma nel bavero della giacca, l’auricolare che esce appena dal lupetto: uno stratagemma ormai ‘datato’ con cui un giovane di Napoli ha tentato di aggirare l’ostacolo del concorso per Vfp4 bandito dal Ministero della Difesa e in fase di svolgimento al Centro di selezione e reclutamento di Foligno, l’ente diretto dal generale Luca Covelli.
Peccato che il suo modo di comportarsi in aula durante i quiz per la prova culturale ha insospettito il capitano dei carabinieri Luca Bordin, uno dei membri della Commissione del concorso nominata dalla Direzione generale del personale militare: il portarsi frequentemente la mano alla bocca e dietro all’orecchio, per coprire appunto il colloquio, hanno convinto l’ufficiale della Benemerita ad approfondire la questione.
L’aspirante volontario nel giro di pochi secondi è stato scoperto ed ha ammesso subito le proprie responsabilità. A cucirgli il microfono nel bavero era stata la mamma che, in contatto da casa con il telefono cellulare, aveva anche il compito di suggerirgli le risposte esatte.
“Ho bisogno di lavorare, non potevo permettermi di fallire questa prova” ha ammesso alla Commissione che lo ha immediatamente espulso dall’Aula decretando anzitempo la fine delle sue ambizioni con la divisa. Ancora ieri, a quanto può riportare TuttOggi, un altro giovane sarebbe stato sorpreso con della documentazione falsa ed anche in questo caso estromesso dal concorso.
Non è la prima volta che al Centro di selezione di Foligno qualcuno prova la ‘strada più facile’. E’ accaduto anche lo scorso anno quando un aspirante militare tentò di farla in barba agli esaminatori dotato di una attrezzatura degna di James Bond: gli andò male e fu denunciato alla procura militare. Già da molto tempo la Difesa si è infatti attrezzata per stanare i “furbetti” non solo rinforzando i controlli con personale di vigilanza ma anche, a quanto sembra, con attrezzature in grado di captare vari tipi di ‘segnali’. (Car. Cer.)
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