Pochi biglietti venduti, favoritismi verso gli organizzatori e presenze sospette di Renzo Arbore in tv. È stato un passaggio al nuovo anno fatto di polemiche quello che si è vissuto a Perugia dopo l’annullamento, per motivi di salute, del concerto di Renzo Arbore e dell’Orchestra Italiana che era previsto al PalaEvangelisti. Ad alimentare le polemiche è stata la puntata di Domenica In del 31 dicembre su Rai Uno in cui è stato protagonista proprio Arbore; in realtà registrata diversi giorni prima.
E mentre il consigliere comunale Carmine Camicia (Gal) punta il dito contro amministrazione comunale e parla di “mistero” sull’annullamento del concerto, a mettere fine a tutte le polemiche ci pensano gli organizzatori, “Live in Umbria” e Athanor Eventi.
“In merito all’annullamento del concerto di Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana del 31 dicembre scorso a causa di seri motivi di salute del Maestro Arbore e alle conseguenti polemiche espresse sui social e a mezzo stampa intendiamo fare alcune precisazioni. La patologia del Maestro ci è stata documentata con un dettagliato certificato medico che ci è stato inviato in seguito ad una serie di esami diagnostici effettuati da Arbore per capire se c’era la possibilità di salvare il concerto, cosa che il suo medico ha escluso decisament . Le trasmissioni radiofoniche e televisive andate in onda dopo l’annullamento del concerto erano tutte state registrate precedentemente; in particolar modo l’intervista andata in onda nel corso della puntata di “Domenica In “ del 31/12 è stata registrata il 21/12 . Il maestro Arbore, dopo l’annullamento del concerto ha sospeso ogni sua attività, essendogli stato prescritto assoluto riposo”.
Illazioni anche quelle sui biglietti venduti: “Le prevendite del concerto sono state per quel che ci riguarda più che soddisfacenti. Al momento dell’annullamento avevamo venduto 1700 biglietti, ma le prenotazioni erano diverse centinaia, per cui qualsiasi illazione su un presunto annullamento per mancanza di pubblico è gratuita e in malafede”.
Ovvio che così a corto non si poteva trovare un altro spettacolo da proporre a posto di quello di Arbore. “L’evento – evidenziano gli organizzatori – non era sostituibile. Chi fa il nostro lavoro sa che sostituire un evento di questa portata il 28 dicembre sarebbe stato impossibile e avrebbe creato ulteriori polemiche scontentando sicuramente una larga parte del pubblico. Abbiamo ritenuto più onesto e professionale rimborsare i biglietti affinché ognuno fosse libero di compiere le scelte che voleva. La cancellazione dell’evento ha portato un danno economico non solo a noi che lo abbiamo organizzato, ma anche a tutte le diverse e numerose professionalità del territorio che erano state impegnate e coinvolte, quindi chi sta facendo sciacallaggio mediatico su un evento che costituiva una risorsa economica per il territorio dimostra una grande mancanza di senso civico, oltre che una limitata capacità di comprensione dell’indotto prodotto da un evento di tale portata”.
“Infine, per rispondere a chi che continua a fare alla stampa dichiarazioni prive di ogni fondamento di verità, – concludono – la concessione del patrocinio da parte del Comune di Perugia, qualora lo avessimo utilizzato, non avrebbe esentato Athanor Eventi dal pagamento del canone di affitto del Palasport, che ci è stato parzialmente ridotto solo perché abbiamo dovuto pagare anche lo smontaggio ed il rimontaggio della tribuna nord, smontaggio e rimontaggio che, per esempio, non sarà addebitato agli organizzatori del prossimo concerto di Biagio Antonacci. Anche la polemica sui prezzi dei biglietti è assolutamente strumentale. Su oltre 3000 biglietti in vendita solo 300 superavano i 100 euro, la media del costo dei biglietti era di € 69,00, ma c’erano biglietti in vendita a 44 euro. Prezzi assolutamente allineati al costo medio dei biglietti di qualsiasi concerto del Palaevangelisti. Inoltre, come tutti sanno, le retribuzioni di tutti i lavoratori la notte di Capodanno sono pressoché doppie e Perugia non fa eccezione.
Siamo umanamente e professionalmente dispiaciuti di quanto accaduto, ma siamo anche consapevoli che tutto ciò accade perché gli artisti, come tutti noi, sono uomini, non macchine, e gli uomini, anche gli artisti, che spesso sembrano invincibili, si ammalano, e a noi non resta che accettarlo. E forse questa è la cosa più difficile. Per tutti”.