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COMUNITA' MONTANA, IL FUTURO MINATO DALL'UNIONE DEI COMUNI

Il consiglio della comunità montana dei monti Martani e del Serano ha approvato ieri a maggioranza l'atto relativo alla salvaguardia degli equilibri di bilancio e le relative variazioni di bilancio. Nella stessa seduta di Consiglio è stato approvato all'unanimità l'atto relativo al Decentramento delle funzioni catastali alla Comunità Montana. A renderlo noto è la stessa comunità montana che fa presente che, con tale atto, condiviso a pieno anche dalle forze politiche dell'opposizione, l'ente si pone ancora una volta nelle condizioni di essere in grado di soddisfare le esigenze dei Comuni membri e dell'intera collettività. Infatti, il decentramento delle funzioni catastali e l'esercizio delle stesse da parte dell'Ente Montano per conto dei Comuni membri che ne hanno fatto espressamente richiesta porterà sicuramente a notevoli economie di scala con benefici in termini di efficienza ed efficacia sul territorio.
L'ottimismo espresso dalla stessa comunità montana, però, non è condiviso dal consigliere comunale di Alleanza Nazionale Gianmarco Profili che si dice “non per niente rassicurato”.
“A decorrere dal 1° novembre 2007 – spiega Profili – l'esercizio delle funzioni catastali verranno conferite alle Comunità Montane o ai Comuni anche in forma associata laddove non avessero un requisito previsto dal D.P.C.M. del 14/06/2007, quindi tutti i comuni dovranno firmare una convenzione con l'agenzia dell'entrate o una delega di affidamento del servizio agli Enti Montani. Nella votazione in consiglio comunale a Spoleto di questa convenzione ho appreso che l'amministrazione comunale si era resa disponibile a gestire il decentramento catastale per mezzo della Comunità Montana al fine di creare un servizio di “area vasta”, e invece gli altri Comuni facenti parte della stessa, hanno rifiutato questo progetto, perchè interessati a decentrarlo nell'Unione dei Comuni denominata “Terre dell'Olio e del Sagrantino”. Quindi da una parte si evidenzia l'ennesimo fallimento della giunta Brunini, che tra le varie “mission” delle linee programmatiche del mandato2004-2009 prevedeva di riportare Spoleto al centro delle politiche dell'Area Vasta eliminando qualsiasi contrapposizione con i Comuni limitrofi (cosa in cui non è minimamente riuscito), dall'altra però è altrettanto evidente la volontà dei Sindaci dei piccoli comuni di depauperare la Comunità Montana, a vantaggio della solita “Unione dei Comuni”. Quest'ultima nata in contrapposizione e con l'esclusione di Spoleto. Il problema è che tutti questi giochetti per dimostrare probabilmente chi conta di più nel “centro-sinistra”, tra Spoleto e gli altri Comuni, vengono fatti sulle spalle del nostro “ente montano”. Il gruppo di centrodestra in Comunità Montana anche nell'ultima seduta, con grande senso di responsabilità e rispetto nei confronti dell'ente e soprattutto dei dipendenti, non ha fatto mancare il fondamentale apporto per approvare la convenzione, per il decentramento del catasto con l'ufficio del territorio, nonostante l'ambiguità di alcuni consiglieri di centrosinistra, in merito alla solita Unione dei Comuni”.

Profili non risparmia nemmeno le critiche alle dichiarazioni fatte nei giorni scorsi in merito al futuro della comunità montana dal segretario dei Ds, Andrea Rossi.
“Tutti spinti dal fenomeno mediatico del libro “La Casta” – dice ancora il consigliere di An – giustamente sono divenuti paladini del buon governo e del risparmio. Giova ricordare che per quanto riguarda la riduzione degl'Enti Montani(ATO, ASL etc), Alleanza Nazionale raccolse le firme nel 2004. Solo che noi, ieri come oggi, diciamo che non è sufficiente ridurre, se poi non si mette in condizione l'ente di essere efficiente e si creano nuovi carrozzoni (Unione dei Comuni). Vale la pena altresì ricordare che noi del gruppo di centrodestra della Comunità Montana, proponemmo di ridurre (sempre nel 2004) la giunta da 8 componenti a 4, come sono 4 le deleghe concesse dal presidente della giunta. Ricordo pure all'esponente dei DS che tranquillizza tutti sui livelli occupazionali, che i dipendenti della Comunità Montana sono inquadrati in modo differente, quindi se il suo ragionamento vale per un 50% di loro che ha un contratto di tipo pubblico, non può però valere per l'altro 50% che ha un contratto di tipo privato! Anche sul fatto che Spoleto (comune superiore ai 25.000 abitanti) rimarrà nella nuova Comunità Montana, non capisco se è una novità politica o nasce dal suo desiderio, che prima o poi però fare i conti con la realtà degli agguerriti sindaci dei piccoli comuni .Quindi piuttosto che di slogan abbiamo bisogno di fatti concreti. Altrimenti rischia di essere fuori dal mondo e sbugiardato come il Sindaco Brunini che nel libro dei sogni (Linee programmatiche 2004-2009) aveva scritto: “Va ripensato e rafforzato anche il ruolo della Comunità Montana, che nella sua qualità di ente associativo dei comuni può svolgere un ruolo importante per lo sviluppo del territorio, l'esaltazione di alcune sue peculiarità. In questo senso e con queste finalità riteniamo utile e, quindi,da applicare tempestivamente, la nuova previsione normativa che assegna ai comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti una maggiore rappresentanza all'interno della Comunità Montana”. La riforma regionale delle Comunità Montane – conclude Gianmarco Profili – ha smentito il poco lungimirante Sindaco, infatti i comuni sopra i 25.000 abitanti non hanno una maggiore rappresentanza, bensì vengono messi alla porta, quindi non vorrei che i suoi sogni (Linee programmatiche 2004-2009) siano diventati incubi, come lui è ormai un grande incubo di questa città”.