L'iniziativa affinché esercitino un ruolo anche gli enti locali
Promuovere nel territorio comunale di competenza la creazione di comunità energetiche e di autoconsumo collettivo, con il coinvolgimento dei cittadini residenti e l’impiego di aree o edifici di proprietà comunale, in particolare sostenendo prioritariamente le forme di configurazioni che generano benefici diretti con la riduzione dei costi in bolletta per i cittadini con maggiore disagio economico che ricadono o rischiano di ricadere nella condizione di povertà energetica.
La proposta di Fantauzzi e Marotta
E’ quanto propone una mozione, presentata dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, David Fantauzzi e Rosangela Marotta, in cui si richiede l’impegno del sindaco e della giunta anche “per assicurare anche attraverso la creazione di apposito sportello o centro informazioni o sezione dedicata sul sito del Comune di Foligno da promuovere adeguatamente, la messa a disposizione dei cittadini delle informazioni necessarie a promuovere la creazione di comunità energetiche e sistemi di autoconsumo collettivo” in una situazione in cui i cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano una minaccia enorme per l’Europa e per il mondo. Nella mozione si sottolinea che l’Italia ha reso possibile in anticipo la possibilità della “condivisione dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati a fonti rinnovabili tra più cittadini.
Associarsi per autoconsumo collettivo
“E questa condivisione non era realizzabile in precedenza, poiché sussisteva il limite normativo per cui l’energia prodotta da un impianto alimentato da fonte rinnovabile fosse autoconsumata al massimo dall’utente presso il quale l’impianto era installato. Ora i consumatori di energia elettrica potranno quindi associarsi per realizzare configurazioni di autoconsumo collettivo, che può essere attivato da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio, purché i soggetti diversi dalle famiglie non producano energia come attività principale e di comunità energetiche, alle quali possono partecipare persone fisiche, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello condominiale, purché siano tutti collegati alla medesima cabina di trasformazione dell’energia di media/bassa tensione e la partecipazione alla Comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e industriale principale”.
“Gli enti pubblici se ne facciano promotori”
Nella mozione si afferma che “gli Enti pubblici e quelli territoriali, possono essere promotori sui propri territori di competenza di politiche sociali attive che coinvolgono i cittadini nella promozione e partecipazione nelle diverse forme di configurazioni contribuendo efficacemente ad affrontare e ridurre la povertà energetica tra i cittadini in particolare verso gli anziani. Potrebbero sostenere la creazione di configurazioni tra cittadini o tra enti e cittadini in cui gli impianti potrebbero essere realizzati dall’Ente anche su aree o coperture di edifici pubblici e l’energia prodotta condivisa. Ad esempio, si potrebbe realizzare una comunità energetica con un impianto installato sul tetto di una scuola utilizzando l’energia prodotta per la stessa e cedendo l’eccedenza ai cittadini membri della comunità. Teniamo presente che gli Enti possono cumulare la tariffa incentivante anche con altri incentivi (come, ad esempio, quelli derivanti dal Fondo Kyoto, fondo efficienza e fondi di programmi europei)”.