Si parte dai dati Irpef relativi alle dichiarazioni dei redditi 2017 (anno di imposta 2016). Si analizza la situazione in Umbria, per poi passare a quella di Perugia, attraversando la strada dello sviluppo. Si finisce con il chiedere ai cittadini del capoluogo umbro la rinnovata fiducia al sindaco Andrea Romizi. A Perugia, insomma, l’odore delle elezioni per il 2019 si fa sempre più forte. E se fino ad ora è spirato solo il vento dal centro-sinistra (o quasi), con movimenti civici e PD divisi sulla strategia attorno ad un nome per il candidato sindaco che ancora non c’è, dall’altra parte della barricata le idee sembrano avercele chiare.
Il lancio per un Romizi bis da parte di Francesco Calabrese arrivo forte e chiaro su Facebook in queste ore, quando l’assessore coglie appunto la palla al balzo parlando dei dati Irpef pubblicati oggi su Il Sole 24 Ore. Calabrese va a ritroso e parte dall’investitura del 2014. “La principale missione che dichiarò la nuova amministrazione comunale perugina nel 2014 – scrive Calabrese tramite il suo profilo Facebook – non era rimettere a posto le strade, non era rilanciare la qualità dei servizi, non era soltanto rimettere a posto i conti del bilancio comunale. La prima missione strategica di questa amministrazione era ed è fare il possibile e l’impossibile per ricostruire e rilanciare rinnovati percorsi di sviluppo, in un tempo di passaggio che impone nuove visioni ed azioni, da perseguire con la determinazione che serve”.
Poi arriva l’investitura: “non sarebbe competenza tipica di un Comune, lo ricordo ancora, ma sin dall’inizio abbiamo considerato questa la nostra prima missione. Continuerà ad esserlo nel caso i perugini decidano di rinnovare la loro fiducia ad Andrea Romizi per un secondo mandato e, nel fare un sereno e preciso bilancio sulla Perugia di questi ultimi anni, per ostentare o celebrare nulla, anzi, per verificare quanto ancora da fare, l’analisi delle condizioni delle nostra economia sarà ancora una volta tema prioritario”.
Squadra che ha vinto non si cambia, verrebbe da dire. Eppure è proprio in questa occasione che torna alla ribalta, sparigliando le carte, la questione dell’assessore del Comune di Perugia, Emanuele Prisco, eletto durante l’ultima tornata elettorale in Parlamento, tra le fila di Fratelli d’Italia. Già durante l’ultima primavera, in diversi e da diverso tempo hanno sollecitato Prisco, nonostante non ci sia incompatibilità di cariche, a lasciare la carica di assessore per dedicarsi totalmente ai lavori a Montecitorio. In diversi, inclusi membri della maggioranza di Palazzo dei Priori, che da Forza Italia aspettano la svolta (in pole position per divenire il prossimo assessore Massimo Perari). D’altro canto, la giunta è unita attorno a Prisco e lo stesso Calabrese difende il neoparlamentare e il suo doppio ruolo.
A sferrare l’attacco a Calabrese questa volta è Renzo Baldoni, ex consigliere comunale di lunga data, nelle fila dell’allora Popolo delle Libertà. Baldoni chiede dunque a Calabrese: “mi puoi far capire il fine del tuo intervento? Con semplicità e concretezza. Ti ricordo che dal mese di giugno 2014 , tutti si aspettavano altre cose“. E poi risponde ad un commento dello stesso Prisco, comparso sotto al post: “Emanuele: o in parlamento o in comune. Decidi“. La questione però si esaurisce lì, cadendo nel vuoto.
“Questi dati – scrive ancora Calabrese facendo riferimento alla situazione del capoluogo umbro – raccontano anche che la Perugia di oggi non è l’Umbria, che è pressoché tutta “nell’altra Italia”. A cosa si riferisce? Dai dati de Il Sole24 Ore, l’Italia esce spaccata in due, con un nord più ricco ed un sud più povero. Nel territorio di Perugia, nel 2017, il 24,90% dei contribuenti ha dichiarato un reddito imponibile inferiore ai 10mila euro, quando la media nazionale del dato è di 29,13%. Dato ulteriormente positivo riguarda la percentuale dei contribuenti che nel 2017 nel comune di Perugia ha dichiarato redditi superiori a 55mila euro, che si attesta a 5,746%, quando la media nazionale è pari a 4,34%.
“Questa analisi – conclude dunque Calabrese – colloca Perugia nell’Italia capace di affrontare questo tempo, che fa meglio della media italiana sia nel limitare i livelli di reddito più bassi, che nell’incidenza dei livelli di reddito più alti. Sono dati che, ovviamente, non segnalano un approdo, ma la tendenza che indicano alimenta fiducia sulla prospettiva che la comunità perugina tutta mostra di voler e saper rilanciare. Non sono cosi fazioso da neanche pensare che questa tendenza possa essere merito nostro, anche perché le azioni strategiche che stiamo continuando a seminare, pur con primi riscontri importanti, daranno frutti progressivi che misureremo sempre più nei prossimi anni, ma considero altrettanto obiettivo osservare che questa amministrazione è essa stessa espressione del miglior spirito perugino, capace di reagire alle sfide di questo tempo per rilanciare le migliori prospettive”.
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