Cronaca

Comune di Terni, dissesto o commissariamento? | Il PD perde “Mazinga” e prepara la ‘trincea’

Gli effetti della sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti iniziano a farsi sentire: “Mazinga” si è dimesso, questo il soprannome con il quale Andrea Zingarelli si era presentato alle elezioni comunali del 2014, ottenendo una delle quote più alte di preferenze tra i candidati del Pd.

Nella giornata di oggi il più giovane dei consiglieri dem, e forse anche questo è un segno politico deve far riflettere, ha formalizzato la sua uscita dall’emiciclo di Palazzo Spada (alla base della quale ci sarebbero anche motivi personali), a vantaggio di Giorgio Finocchio, primo tra i non eletti. Certamente neanche i ‘superpoteri’ di “Mazinga” avrebbero potuto evitare al Comune la strada del dissesto o del commissariamento.

Mentre si susseguono i contatti e gli incontri tra i vertici di partito, oggi direttivo di partito e domani riunione di giunta, in vista del prossimo consiglio straordinario convocato per lunedì 29 gennaio, la segreteria del Comune ha reso noto che all’assemblea sono state aggiunte altre sedute per martedì e mercoledì con nuovi punti all’ordine del giorno.

Ma è certo che la questione sul destino del futuro governo della città sarà al centro del dibattito anche perché, con la Giunta in bilico (tra l’altro ‘orfana’ dell’assessore al Bilancio Piacenti D’Ubaldi) e con i consiglieri di maggioranza in subbuglio l’iter politico non è affatto scontato.

Secondo quanto stabilito dal Tuel, sarà ora il Prefetto a ricevere la documentazione relativa al Comune di Terni dalla Corte dei Conti, sulla base della quale la massima autorità di garanzia della città dovrà inviare un documento a tutti i consiglieri comunali per avviare la procedura di dissesto.

Da quel momento, entro venti giorni, dovrà essere convocato un consiglio comunale per votare il documento prefettizio; qualora la maggioranza dovesse esprimere un voto negativo, si avvierebbe una nuova procedura per il commissariamento del Comune.

A quel punto il Ministero degli Interni nominerebbe i commissari, ma gli assessori e i consiglieri eletti rimarrebbero in carica.

Qualore fosse approvato il dissesto, si provvederebbe a risanare i conti dell’Ente (attraverso la nomina di una commissione da parte del Ministero degli Interni) chiedendo allo stesso di contribuire con l’innalzamento al massimo di Imu, tasse comunali e TARSU, oltre al contenimento delle spese e al contrasto all’evasione.

Ci sarebbero anche ripercussioni sul personale impiegato nel Comune che potrebbe determinare esuberi e messe in mobilità. A questo proposito è intervenuta la Uil Terni che il 12 febbraio ha convocato un’assemblea dei lavoratori per far chiarezza su quanto potrebbe accadere.

Secondo la normativa, infatti: “L’Ente locale, inoltre, deve deliberare la rideterminazione della pianta organica qualora sia numericamente superiore alle unità spettanti sulla base del rapporto dipendenti/popolazione della fascia demografica di appartenenza secondo quanto previsto dalle norme. La mancata prioritaria rideterminazione della pianta organica può costituire pregiudizio ai fini dell’emissione del decreto ministeriale di approvazione dell’ipotesi di bilancio. La rideterminazione della pianta organica deve ispirarsi a criteri di funzionalità ed efficienza nell’erogazione dei servizi, assicurando prioritariamente quelli indispensabili”.