di Fabio Muzzi
Il comune non paga e la ditta aggiudicataria dell’appalto si blocca. La cifra che manca all’appello per la Del Prete srl di Melfi non è di poco conto: si parla infatti di ben 360mila euro che il comune di Foligno avrebbe già dovuto saldare alla ditta che sta svolgendo i lavori di cablaggio nella città.
Quanto accaduto non è una novità per la realtà italiana: succede a diverse aziende che si trovano ad operare con enti pubblici, le imprese si trovano ad anticipare somme che non vengono però corrisposte nei tempi stabiliti. È così che la ditta lucana si è vista costretta a dover sospendere i lavori di distribuzione della fibra ottica a Foligno. Tutti i fornitori della Del Prete hanno infatti sospeso le forniture di materiali fino al saldo dell’attuale insoluto. Non è tutto, a rischio non solo l’attività della ditta, che si trova tra “incudine e martello” (tra fornitori che chiedono soldi e comune che non paga), ma ci sarebbero anche i dipendenti ora a rischio licenziamento.
Da quanto riferisce l’amministratore della Del Prete, Antonio Basilico e da quanto conferma nella sua replica l’assessore Sigismondi, alla base dell’intoppo c’è il ferreo Patto di Stabilità imposto alle amministrazioni locali.
A conferma di ciò, l’assessore Elia Sigismondi ha precisato che “il Comune di Foligno, come tutti i Comuni italiani, è obbligato al rispetto delle rigide norme che regolano il Patto di Stabilità: il principale effetto di tale normativa è rappresentato dalla contrazione della capacità di pagamento delle spese di investimento, a fronte di una disponibilità di cassa che permetterebbe di saldare le fatture dei fornitori.
Tutti gli enti locali italiani hanno chiesto a gran voce al Governo di allentare la stretta del Patto di Stabilità in modo tale da poter procedere al puntuale pagamento dei soggetti che hanno realizzato o stanno realizzando opere pubbliche per conto degli stessi enti, immettendo nel sistema economico liquidità preziosa per l'economia reale.
Fino ad oggi il Governo non ha fornito risposte e la conseguenza è che i Comuni italiani si trovano costretti a sospendere i propri pagamenti relativi alle spese di investimento.
E' doveroso precisare che il Comune di Foligno ha saldato tutti i propri fornitori fino a febbraio 2012.
Successivamente a tale data l'Ente ha dovuto pressochè sospendere i pagamenti relativi alle spese di investimento, fatta eccezione per i pagamenti relativi alla ricostruzione post-sisma 1997 che, stante la vigente normativa, non rientrano all'interno del Patto di Stabilità”.
Quanto alla polemica sollevata dall’amministratore della ditta che sta operando a Foligno, Sigismondi ha stigmatizzato la vicenda entrando nel dettaglio delle scadenze “nel caso specifico, il Comune di Foligno ha pagato all'impresa in questione il primo Sal al 28/02/2012, mentre per quanto riguarda il secondo Sal, il cui certificato di pagamento porta la data del 16/05/2012, non è stato ancora possibile effettuare il pagamento per quanto sopracitato.
Occorre, comunque, tenere conto che il ritardo lamentato dall'impresa rientra nei normali tempi di pagamento vigenti nella prassi commerciale tra soggetti privati.
E' bene precisare che la normativa vigente permette ai fornitori degli enti locali, e quindi anche all'impresa in questione, di chiedere agli stessi, quindi nel caso specifico al Comune di Foligno, di certificare i propri crediti e successivamente anticipare al sistema bancario le relative fatture, ottenendo la liquidità di cui hanno necessità.
Nel caso venissero avanzate richieste in tal senso, il Comune risponderà con sollecitudine alle richieste di certificazione dei crediti avanzate dai fornitori”.