Quando le applicazioni servono (anche) a delinquere. In questo caso i carabinieri di Sansepolcro hanno individuato e chiesto l’oscuramento di un canale ”Telegram’‘ (messaggistica istantanea) dove venivano poste in vendita ingenti quantità di banconote contraffatte.
L’indagine nasce dal sequestro di una prima banconota da 50 euro “spacciata” in un distributore di benzina. Il profitto, nello specifico, era consistito nel fare un piccolo rifornimento di carburante, “pagare” con i soldi falsi e ottenere così il resto in tagli veri.
Già dopo una prima occhiata, però, il gestore della stazione di servizio aveva notato qualche anomalia nella banconota, le cui fattezze lo avevano comunque tratto subito in inganno. Sorto qualche dubbio, dopo un attento e approfondito esame confermato poi dall’intervento dei militari, si è acclarata la falsità dei 50 euro, prodotti in carta di puro cotone, con filigrana, ologrammi metallici e striscia di sicurezza.
Una volta sequestrata la banconota fasulla, i carabinieri biturgensi sono poi riusciti a risalire all’auto utilizzata per il rifornimento, seguendo i suoi spostamenti grazie agli impianti di videosorveglianza. Hanno quindi rintracciato e fermato il mezzo con i suoi occupanti, due giovani da poco maggiorenni. La successiva perquisizione ha poi permesso di trovare altre 4 banconote dello stesso valore nominale ed identiche alla prima.
Le forze dell’ordine hanno anche sequestrato i loro telefoni cellulari, grazie ai quali sono riusciti a risalire alle modalità con cui erano state acquistate le banconote, ovvero attraverso una chat su un canale Telegram, dove tracciavano gli accordi per il pagamento e la successiva consegna. Tutto avveniva tramite internet mediante il pagamento su carte di credito prepagate non intestate.
Da quanto emerge sembra che siano state scelte e “raggirate” solo stazioni di servizio carburante, forse a causa del fatto che solitamente gli addetti al rifornimento usano di rado (o mai) i congegni elettronici di verifica banconote. Sette in tutto sono state quelle acquistate, tutte ritrovate e sequestrate dai carabinieri, che hanno denunciato i due 18enni alla Procura della Repubblica di Arezzo per spendita di monete falsificate.