L’assegnazione degli appalti dovrà essere come una “casa di vetro”. A dirlo è Giacomo Leonelli, consigliere regionale del PD e presidente della Commissione d’inchiesta ‘Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossico-dipendenze, sicurezza e qualità della vita’. L’occasione è stata la seduta di ieri, venerdì 20 luglio, utile a fare il punto della situazione su quanto prodotto fino ad ora da parte della stessa Commissione e per i lavori di avanzamento sulla legge 16/2012 sulle “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore del contrasto e prevenzione del crimine organizzato e mafioso”.
In prima battuta la Commissione ha proceduto con la stesura definitiva della parte della legge che riguarda i principi generali dei beni confiscati alla mafia, che in Umbria, nel 2016, in base ai dati dell’ANBSC, erano 74. Il calcolo va effettuato su un totale italiano di 22990, e rispecchia un salto considerevole rispetto agli anni precedenti, se si pensa che solo nel 2013 la regione ne contava solo 4 e nel 2011 addirittura nessuna.
La Commissione ha poi affrontato, con il supporto degli uffici legislativi di Palazzo Cesaroni, la questione dell’assegnazione degli appalti, complessa di per sé e che per necessità dovrà combinare anche le legislazioni esistenti a livello statale. Alla Commissione, inoltre, proprio in materia di appalti, erano state consegnate delle indicazioni da parte della Giunta regionale. Sempre a tal riguardo, era già stato istituito dalla Legge 16/2012 un Comitato tecnico-scientifico, utile a monitorare il fenomeno del crimine organizzato e mafioso, con particolare riguardo al settore degli appalti e dell’economia.
“Il sistema degli appalti pubblici – ha detto Leonelli – dovrà essere una vera e propria ‘casa di vetro’. Il nostro auspicio è dare vita ad una legislazione, in fatto di contrasto alla criminalità, tra le più avanzate a livello nazionale”.
Intanto, a Roma si costruisce il bilancio dell’attività della Direzione Investigativa Antimafia in Umbria, già spiegata della relazione del ministro dell’Interno al Parlamento. Nel documento si parla di tre cantieri messi sotto la lente nel 2017, insieme a 47 impre e 73 mezzi, 208 persone controllate. Al centro, i terremoti del 2009 e del 2016.
“L’Umbria – sottolinea Leonelli – ha rappresentato nel tempo un modello rispetto alla trasparenza e alla legalità, anche grazie alla gestione, in completa autonomia, della ricostruzione post sisma del ’97. Oggi, a maggior ragione, alla luce dei dati che ci vengono presentati, è importante consolidare un presidio sul territorio. Proprio per questo – prosegue – abbiamo proposto prima, e reiterato in questi giorni, la richiesta da parte della Commissione d’inchiesta regionale che presiedo e dell’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata e l’illegalità di un incontro congiunto con la commissaria straordinaria per la ricostruzione, on. Paola De Micheli. Contestualmente – spiega – siamo impegnati nell’aggiornamento della legge regionale che, da un lato, disciplina il contrasto e la prevenzione al crimine organizzato e di stampo mafioso e, dall’altro, promuove la cultura della legalità con l’obbiettivo di giungere a una delle normative più avanzate d’Italia”.
“Vogliamo dare – precisa Leonelli – risposte sempre più efficaci sul tema degli appalti e sulla trasparenza delle procedure di assegnazione, per rendere la PA regionale una casa di vetro. Qualche giorno fa – conclude – abbiamo promosso un incontro con gli uffici tecnici e legislativi dell’Assemblea legislativa e della Giunta regionale, per mettere in campo una serie di proposte operative che abbiamo discusso nella odierna seduta di Commissione, per dotarci di strumenti sempre più stringenti e trasparenti, compatibilmente con quelle che sono le competenze legislative regionali”.
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