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Commercio, l’Umbria chiede cambio di passo su orari | Il caso Valnerina

Parte dall’Umbria la richiesta di modificare il disegno di legge sugli orari di apertura delle attività commerciali, in discussione al Parlamento, per renderlo più aderente alle esigenze delle micro e piccole imprese situate nelle zone a vocazione turistica, come la Valnerina, che non vogliono chiudere i loro negozi nei giorni festivi di maggiore afflusso turistico.

Lo rende noto Fabio Brandimarte, presidente Confcommercio Valnerina, condividendo a pieno l’iniziativa della Confcommercio Umbria che, nella consapevolezza di interpretare correttamente i bisogni delle imprese associate, ha avviato una azione di sensibilizzazione presso la Confederazione nazionale perché sostenga la richiesta di modifica del testo normativo.

Il disegno di legge propone 12 chiusure obbligatorie l’anno. A seguito delle pressioni di Confcommercio, queste 12 giornate sono state già dimezzate, poiché 6 giornate possono ora essere derogate dall’esercente. L’esercente e il Comune possono insomma già individuare le 6 giornate di chiusura, scegliendo, sulla base del territorio, quelle meno “negative” per il commercio.

“La richiesta di Confcommercio vuole consentire una ulteriore elasticità nella gestione delle giornate di chiusura alle imprese che operano in territori come il nostro”, commenta il presidente Fabio Brandimarte, “in modo che possano lavorare al meglio nei periodi più interessanti per la presenza di turisti”.

Confcommercio Umbria infatti chiede che nel disegno di legge sia inserita la possibilità per “ciascun esercente la cui attività di vendita al dettaglio insista nel centro storico, nelle zone a vocazione turistica o di interesse artistico di poter sostituire i restanti 6 giorni festivi di chiusura obbligatoria con un pari o maggiori numero di giorni di chiusura domenicale o festiva. I centri storici e le aree a vocazione turistica o di interesse artistico – sempre secondo Confcommercio – dovrebbero essere individuati mediante Conferenza dei servizi, cui partecipano il Comune, la Regione, le organizzazioni imprenditori maggiormente rappresentative del commercio e le organizzazioni sindacali dei dipendenti”.

“Il tema degli orari dei negozi – aggiunge Fabio Brandimarte – suscita sempre un’ampia discussione e sollecita opinioni anche contrastanti tra gli imprenditori, così come tra i consumatori.

La totale liberalizzazione del commercio, avviata all’inizio del 2012, non ha prodotto, in generale, particolari stimoli ai consumi o all’occupazione. Tuttavia, una realtà piccola come l’area del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e nella Valnerina si è mossa in controtendenza, registrando sui due indicatori picchi elevatissimi, proprio in occasione dei fine settimana e dei cosiddetti super festivi. Ecco perché Confcommercio della Valnerina è contro qualsiasi forma restrittiva delle aperture degli esercizi commerciali”.

Come affermato in occasione dell’audizione al Senato sulla disciplina degli orari, Confcommercio auspica, per questa materia così delicata, di restituire flessibilità e autonomia ai territori, e guarda con favore allo strumento degli accordi territoriali, attraverso il quale coordinare gli orari dei servizi pubblici e privati, delle attività culturali, dello spettacolo e dei trasporti, per realizzare la promozione di una offerta complessiva in grado di aumentare l’attrattività dei territori stessi.